Il governo del presidente del Consiglio Letta, in continuità con l’ex presidente tecnico Monti, prosegue la battaglia per veder chiuse, costi quel che costi, le province italiane.
L’iniziativa del presidente del governo delle larghe intese dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, la mancanza di volontà nell’avviare un confronto serio per una riforma costituzionale che muti organicamente l’intera architettura dello Stato.
Su l’ultima iniziativa dell’attuale capo del governo si è espresso, nella nota che segue, il presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani.
“E’ una grave provocazione del governo – esordisce Cusani – che dimostra di non aver messo in campo iniziative per la ripresa economica, per l’occupazione, per una drastica riduzione delle burocrazie e non avendo la capacità, forse anche politica del governo delle larghe intese per intervenire sulle questioni fondamentali per la vita della nostra comunità, trova il facile capro espiatorio nella chiusura delle province.
E’ un fatto grave perché arriva dopo che la Corte Costituzionale ha scritto con chiarezza nel dispositivo che il governo Monti non poteva far ricorso al decreto legge perché è strumento che si usa soltanto in casi di necessità e urgenza, e che la materia delle province è una riforma organica e di sistema non può essere posta in campo per singolo pezzo.
Proporre soltanto oggi la modifica dell’articolo 114, perché di questo si tratta, con un disegno di legge costituzionale, significa fare una provocazione agli italiani.
Le province possono essere anche cancellate, ma noi non ridurremmo di un euro i costi della pubblica amministrazione, perché ci dobbiamo convincere che questi costi sono all’97% strutturali e fatti di inefficienza e sprechi, e non derivati dagli eletti.
E allora cancellare le province soltanto intervenendo con la modifica dell’articolo 114 della costituzione è automaticamente un grave atto nei confronti dell’Italia e nei confronti degli amministratori, che sono punto di congiunzione fondamentale per i bisogni quotidiani delle comunità.
Penso anche che il presidente del Consiglio e i suoi ministri non si rendano conto di quanti e quali sono i problemi reali del Paese.
Non si rendono conto di quanto sia importante e utile un’autonomia locale come la provincia, che svolge un lavoro di trincea, altrettanto importante come quello dei comuni.
Non considerare questo e prendersela il giorno dopo che il giudice delle leggi ha statuito che il governo Monti e il suo ministro tecnico ha usato uno strumento improprio, significa fare una grande provocazione agli italiani.
Noi non ci stiamo e da questo punto di vista faremo l’inferno con tutti gli strumenti democratici a cui possiamo ricorrere, mentre proveremo a convincere i parlamentari che questa iniziativa non soltanto è sbagliata, ma è deleteria per l’Italia”.