TANGENTI, TRUCCATI 9 APPALTI AM: ARRESTI PARTITI DA INDAGINE CPL CONCORDIA
Dalle prime ore di questa mattina, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, in collaborazione con i Comandi Provinciali Carabinieri di Roma e Latina nonché con il Comando Carabinieri per l’Aeronautica Militare, stanno eseguendo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Velletri che ha accolto le richieste della locale Procura della Repubblica al termine di una complessa attività investigativa che ha disarticolato un sodalizio criminale finalizzato all’alterazione delle gare di appalto bandite dal 2° Reparto Lavori Genio dell’Aeronautica Militare di Ciampino. L’attività d’indagine, condotta dai militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e coordinata dal Procuratore Capo di Velletri, dott. Francesco Prete, e dal sostituto procuratore, dott. Carlo Morra, nasce dalla manovra investigativa, avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli, che ha messo in luce il consolidato sistema corruttivo creato da alcuni vertici della CPL Concordia per turbare la libertà degli incanti in favore della cooperativa, culminata nell’emissione dell’ordinanza di misura cautelare emessa il 26 marzo 2015 dal Tribunale di Napoli. Proprio dai dialoghi tra alcuni dirigenti della CPL Concordia, interessati nel 2014 alle opere di efficientamento energetico dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, emerge la figura dell’intermediario avezzanese Giovanni Sabetti, definito da Nicola Verrini di CPL uomo di fiducia di Giovanni Santilli, vice Segretario Generale della Fondazione I.C.S.A., impegnata nel settore degli studi sulla sicurezza interna ed esterna. L’indagine ha permesso di evidenziare un grave e concordante coacervo indiziario che vede Sabetti promotore di un sodalizio – formato da dipendenti infedeli del Ministero della Difesa e da imprenditori che, con pervicace sistematicità – ha permesso l’assegnazione in modo illecito di appalti all’interno di strutture militari.
Le indagini hanno consentito di ricostruire l’alterazione di almeno nove gare di appalto, tutte riguardanti opere di manutenzione ordinaria o straordinaria di edifici adibiti a vari usi ed ubicati presso diverse installazioni dell’Aeronautica Militare, quali le basi di Capodichino, Centocelle, Pratica di Mare, Vigna di Valle, Guidonia. Si tratta di appalti per un valore complessivo di quasi nove milioni di euro, assegnati a varie società collegate all’intermediario Sabetti ed insistenti nelle province di Roma e Latina.
L’indagine, sviluppata dal settembre 2014 al novembre 2015, ha permesso, grazie a prolungate intercettazioni ambientali e telefoniche e all’installazione di dispositivi di captazione audio-video negli uffici interessati, di delineare compiutamente l’operatività dell’associazione capeggiata da Giovanni Sabetti ed a cui aderiscono il Ten. Col. dell’Aeronautica Militare Gianpiero Malzone, gli impiegati civili presso il 2° Reparto Lavori Genio dell’Aeronautica Militare di Ciampino, Fabrizio Ciferri e Stefano Pasqualini, la compagna del Ciferri, Angelica Mariana Ruscior, e l’imprenditore Massimiliano Ciceroni. In particolare, i vari elementi indiziari raccolti hanno portato ad identificare in Fabrizio Ciferri l’autore materiale dell’alterazione delle gare. Questi, sfruttando la posizione di dipendente civile del Ministero della Difesa e supportato dal collega Stefano Pasqualini, dal Tenente Colonnello Giampiero Malzone e dallo stesso Giovanni Sabetti, è riuscito decine di volte ad introdursi clandestinamente negli uffici del 2° Reparto Genio dell’Aeronautica Militare, al fine di aprire le buste chiuse in cassaforte e contenenti le offerte per le gare d’appalto. Manipolandone il contenuto, gli indagati sono riusciti a favorire le aziende collegate al circuito dell’intermediario Sabetti, ricevendo, in contropartita per l’illecita opera prestata, compensi in denaro. Ed è proprio la spartizione del profitto all’interno del sodalizio che ha fatto emergere più volte momenti di tensione tra gli indagati, che hanno finito per disvelare le illecite operazioni sottostanti.
In occasione degli accessi illeciti, il Ciferri si è più volte intrattenuto negli uffici per lunghe ore, sempre nell’arco della sera e della notte, a volte pernottando all’interno della struttura militare, approfittando dell’assenza di altro personale per portare a termine le alterazioni.
Elemento sintomatico della spregiudicatezza del sodalizio, è rappresentato dal fatto che per poter permettere a Fabrizio Ciferri di accedere ovvero uscire dalla struttura militare, ove vigono rigide regole sulla sicurezza, si è fatto ricorso a stratagemmi di varia natura, giungendo persino a coinvolgere un ufficiale dell’Aeronautica Militare, il quale avrebbe consentito al Ciferri di lasciare la base militare nascosto nel portabagagli della propria auto, eludendo così i controlli dei militari in servizio di guardia. Le attività svolte all’interno della base sono sempre state oggetto di intensi contatti telefonici tra gli indagati, i quali, seppur con un linguaggio criptico, hanno commentato la buona riuscita delle operazioni, superando le difficoltà che di volta in volta si presentavano. È il caso di un episodio in cui Fabrizio Ciferri, costretto a nascondersi repentinamente per l’arrivo di un militare di guardia, ha strappato per errore le buste contenenti le offerte ed ha comunicato al Ten. Col. Malzone di aver risolto l’inconveniente utilizzando della colla o, come quando, bloccato all’esterno della base poiché i militari addetti al servizio di guardia non volevano farlo accedere, ha fatto intervenire direttamente l’ufficiale per giustificare l’entrata. Il livello di cointeressenza tra gli indagati è emerso in maniera altrettanto emblematica in tutte le gare monitorate, ma particolare valore assume quella bandita per l’Aeroporto di Capodichino in cui l’imprenditore Antonio Chiaro, titolare di una società edile, è stato contattato da Fabrizio Ciferri per la necessità di modificare la sua offerta, così da renderla maggiormente competitiva rispetto alle altre. Ciferri, ricorrendo ad un linguaggio fatto di allusioni e di parole in codice, ha comunicato all’imprenditore di non poter vendere la “macchina” a meno di “trentacinquemila euro virgola quattro quattro quattro quattro“. La circostanza che l’imprenditore si sia aggiudicato quella gara proprio con la percentuale di ribasso menzionata dal Ciferri rende palese la condotta illecita.
Alla luce del materiale raccolto, sono state quindi emesse otto misure cautelari ed in particolare quattro misure cautelari in carcere a carico di: Giovanni Sabetti, 45enne di Avezzano, imprenditore; Fabrizio Ciferri, 48enne di Grottaferrata, dipendente civile del Ministero della Difesa in servizio presso la base dell’Aeronautica Militare di Pratica di Mare; Gianpiero Malzone, 48enne, Tenente Colonnello in servizio presso l’Ufficio Infrastrutture ed impianti del 2° Reparto Genio Aeronautica Militare; Massimiliano Ciceroni, 42enne di Anzio, imprenditore, e quattro misure in regime di arresti domiciliari a carico di: Stefano Pasqualini, 53enne di Montecompatri, dipendente civile del Ministero della Difesa in servizio presso la base dell’Aeronautica Militare di Pratica di Mare; Angelica Mariana Ruscior, 35enne rumena; Roberto Bacaloni, 59enne di Velletri, imprenditore; Antonio Chiaro, 45enne di Roma, imprenditore, nonché alla notifica dell’avviso di garanzia ad ulteriori sette imprenditori, un Capitano ed un graduato dell’Aeronautica Militare, ritenuti responsabili a vario di titolo di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa dei liberi incanti, corruzione, falso in atto pubblico ed accesso clandestino in una installazione militare. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Velletri e di Roma Rebibbia oppure presso le rispettive abitazioni.
MAFIA CAPITALE, CAMPIDOGLIO E AMA PARTE CIVILE CONTRO EX SINDACO ALEMANNO
Il Comune Roma, Ama e Cittadinanza Attiva saranno parte civile nel procedimento a carico dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, coinvolto nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. E’ quanto stabilito dal gup Nicola Di Grazia, che al termine dell’udienza preliminare tenutasi oggi a piazzale Clodio ha accolto le tre richieste di costituzione. Secondo la procura, Alemanno, accusato di corruzione e illecito finanziamento, avrebbe ricevuto 125 mila euro, anche attraverso la fondazione Nuova Italia, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio. Somme che sarebbero state erogate al politico anche da Salvatore Buzzi, in accordo con Massimo Carminati e per il tramite dell’ex ad Ama Franco Panzironi. I fatti contestati all’ex sindaco risalgono al periodo 2012-2014. Il gup ha poi rinviato il procedimento al prossimo 18 dicembre.
MAFIA CAPITALE, ALEMANNO: NESSUNA OPPOSIZIONE A COMUNE E AMA PARTI CIVILI
“Come concordato con i nostri legali oggi non ci siamo opposti alla costituzione di parte civile da parte di Roma Capitale e della società Ama. Data la natura del processo riteniamo infatti giusto e doveroso che le istituzioni e le società municipalizzate possano partecipare come parte civile. Alla prossima udienza rappresenteremo le nostre ragioni che dimostrano in maniera inequivocabile la mia totale estraneità agli addebiti che mi vengono mossi. Proprio per questo escludiamo in ogni caso il ricorso a riti abbreviati“. Lo dichiara in una nota l’ex sindaco Gianni Alemanno.