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“La grande storia terracinese, di un volta”. Oddone di Lagery detto “Turbano”

scritto da Redazione
“La grande storia terracinese, di un volta”.  Oddone di Lagery detto “Turbano”

Nella valle di lacrime di un’altra estate vissuta dalla città senza gloria alcuna, sotto la doppia “tortura” di una stagione caldissima e caotica soprattutto nei fine settimana, tentiamo di rinfrancarci e volendo anche rinfrescarci con una buona lettura tratta dalla grande storia passata di Terracina, da noi prodotta al tempo della pubblicazione del periodico di vita terracinese “Controcorrente”.

Tracciamo, di seguito, un profilo del chi è stato per questo ameno luogo in riva al Tirreno di Oddone di Lagery detto “Turbano”.

Un Papa al quale di certo non mancava l’iniziativa guerriera e al tempo stesso la “cazzimma”.

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Di fronte al forte di Mirandola, presso Modena, al momento di ordinare l’attacco per scacciare la guarnigione francese, Giulio II°, mecenate di Raffaello d’Urbino,il sublime, eletto papa nel 1503 esclamò “Adesso vedremo chi ha le palle più grosse, io o il re di Francia”.

Questo l’uomo, questo il personaggio.

Più potente ancora e marcata la figura di Oddone di Lagery, incoronato pontefice nel 1088, quattrocento anni prima, con il nome di Urbano II°, tanto che gli avversari lo soprannominarono subito “Turbano”, a significazione dell’inquietudine che l’uomo sapeva produrre.

Entrambi miravano all’Imperium Ecclesiae, l’impero della chiesa, con la differenza sostanziale che l’uno usava la spada, l’altro la politica.

L’elezione di Urbano avvenne il 12 marzo a Terracina nella cattedrale di San Cesario, restaurata e riconsacrata dal Vescovo Ambrogio solo 14 anni prima, e per ragioni strettamente strategiche oltre per il prestigio del luogo.

Terracina, infatti, era possesso dell’Abate Desiderio di Montecassino, poi Papa col nome di Vittore III° per circa un anno, nonché portatrice di una lunga tradizione di vescovi provenienti dall’Abbazia.

Egli proveniva da una famiglia nobile della Champagne e per lui la carriera ecclesiastica era scontata.

Dopo lunghi anni di esperienza prima a Reims e poi nel monastero di Cluny dove divenne priore, approda a Roma per mezzo dell’Abate Ugo il Grande.

Qui Gregorio VII° gli affida alti incarichi di curia e nel 1078 lo nomina cardinale di Ostia.

Urbano, intellettuale di razza, grande oratore e diplomatico, e dotato di genio politico, nel giro di venti anni segneranno il secolo XI°.

Nella lotta delle investiture spegne la rigidità concettuale precedente e recupera la contrapposizione Papato – Impero, riaffermando indirettamente che la Chiesa di Roma è “l’unica porta di Cristo”, per tutti: ecclesiastici e laici.

Non trascurerà mai la considerazione del quadro politico generale, che vedeva oltre all’Imperatore d’Occidente, l’Imperatore di Bisanzio, i Normanni dell’Italia meridionale, le grandi monarchie di Francia e d’Inghilterra, il fenomeno comunale dell’Italia del nord, sul quale stenderà inesorabilmente la sua fitta trama diplomatica.

L’Italia padana e la Germania infine, a conclusione della sua strategia gli sono favorevoli.

Nel marzo del 1095 a Piacenza, Urbano tenne un concilio storico, in cui, alla presenza di tutte le ambascerie del mondo cristiano occidentale, con il riconoscimento generale, assistette al suo trionfo.

Nello stesso anno a Clermont indice un altro concilio, dove riafferma definitivamente il primato della chiesa negando all’amministrazione del sacro al sovrano e negando altresì la sacralità del potere regale.

Contemporaneamente, in maniera esplosiva, alla chiusura del concilio, indice la I° Crociata contro gli infedeli, che culminerà il 29 luglio del 1099 con la conquista di Gerusalemme.

Quindici giorni prima il 14 luglio moriva e il secolo si chiudeva sotto il segno di Oddone di Lagery detto “Turbano”.

Terracina, nella sua cattedrale, conserva il seggio marmoreo sul quale sedeva, e con esso il ricordo e la memoria di lui.

Il governo degli uomini la cosa più difficile da sempre, Urbano lo conosceva bene. Cosa imparare dunque da lui?

Questo solo si sappia: aveva studiato nell’università dell’Evo Medio, la Teologia, la filosofia, la Giurisprudenza, la Poesia”.

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