“Nu marenare nen piagne” vuole essere un insieme di racconti in lingua e non solo, quasi tutto incentrato sulle esperienze di nonni e genitori che hanno dedicato la loro vita di lavoro al mare.
Gente di mare, quindi, che ha visto più albe che tramonti e che una volta trapassati a miglior vita, oggi, li vogliamo immaginare come Gabbiani: meglio come varaje, in formazione ordinata di scorta celeste alle paranze dei pescatori.
Il menabò della serata del 19 luglio prossimo, tenta così di ricostituire attraverso i ricordi, i video storici dei vecchi pescatori, i racconti della gente di mare di oggi, la memoria storica di genitori e nonni, che hanno vissuto il mare senza soluzione di continuità
“Nu Marenare nen piagne” inizierà con un tributo a mio padre, che con il suo sacrificio è la vera anima narrante del progetto, intorno al quale si sono raccolte le migliori energie intellettuali e veraci della nostra città.
L’idea, infatti, nasce proprio all’indomani del tragico 14 dicembre scorso, quando il capitano Rinaldo, mio padre, perse la vita durante una battuta di pesca, consegnando così il suo nome alla consacrazio memoriae della storia della marineria terracinese di tutti i tempi.
Anche per questo tragico episodio, è il caso di ribadire che “Nu marenar nen piagne”.
Vi aspetto in tanti.
Ada di Lello
(figlia di marenare per sempre)