“La Dama dimenticata” è questo l’appellativo con il quale l’Associazione Pro Loco Fondi Aps ha ribattezzato colei che fu la prima moglie di Vespasiano Colonna. Se non fosse morta la storia di Fondi sarebbe stata completamente diversa.
Grazie alla tecnica della computer grafica, ed a un accurato studio della fisiognomica, l’Associazione Pro Loco Fondi Aps ha ottenuto quello che potrebbe essere stato il volto della contessa Beatrice Appiano d’Aragona Colonna.
Questo sorprendente risultato (in foto) è stato realizzato attraverso la comparazione dei volti di coloro che furono i parenti più stretti della dama, in particolare della figlia Isabella Colonna e di colui che è stato identificato come il fratello di Beatrice, ovvero Jacopo V Appiano, ritratto tra il 1517-1518 dal pittore Rosso Fiorentino. Il corpo e il vestito sono quelli di un’altra bellissima dama del Rinascimento italiano: Lucrezia de Medici ritratta dal Bronzino. Sullo sfondo il castello di Fondi.
Beatrice Appiano d’Aragona era figlia di Jacopo IV Appiano, signore di Piombino e di Vittoria Todeschini Piccolomini d’Aragona. Sposò nel 1498 il conte di Fondi Vespasiano Colonna ed ebbero una figlia: Isabella.
Ma nell’estate del 1525 morì a Fondi tra le più atroci sofferenze “rapita da fiero morbo” (forse a causa della malaria).
Giusto un anno dopo Vespasiano, zoppo e monco, e di 33 anni più grande, sposò la tredicenne Giulia Gonzaga nella speranza di riuscire finalmente ad avere la discendenza maschile che la prima moglie non era “riuscita” a dargli.
Speranza vana: Vespasiano morì di lì a breve senza altri figli oltre a Isabella, che aveva avuto da Beatrice.
La Pro Loco Fondi ritiene importante valorizzare anche quegli aspetti meno noti della storia di Fondi e crede sia importante ricordare e celebrare anche colei che, prima di Giulia, fu virtuosissima contessa di Fondi, silenziosa e discreta e bella, non meno di quanto lo fu Giulia Gonzaga, celebrata per le sue infinite virtù anche dal letterato Pietro Gravina. La Pro Loco Fondi andrà avanti con le ricerche.
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