SANITA’, SIMEONE (FI): “CUP NEL CAOS TOTALE, ZINGARETTI E CASATI PONGANO FINE ALL’ENNESIMO DISSERVIZIO”
“Quanto accaduto a Fondi, a due coppie che si sono recate presso l’ospedale San Giovanni di Dio per effettuare una ecografia pediatrica ai propri bimbi, credo che segni e in modo definitivo il punto di non ritorno per la sanità nella provincia di Latina. Questa mattina, come riportato dettagliatamente dai quotidiani, siamo venuti infatti a conoscenza dell’ennesima dimostrazione di straordinaria “efficienza” organizzativa del Cup, Centro unico di prenotazione. Uno strumento che dovrebbe agevolare gli utenti ma che, come dimostrano i fatti, continua a rivelarsi una fonte inesauribile di disservizi per i cittadini della provincia di Latina. Dopo i casi delle prenotazioni effettuate in occasione delle festività dei patroni della città di Formia nel 2015 e di Fondi 2016, e della Tac quando il macchinario era fuori uso, veniamo a conoscenza dell’ennesima beffa. Due coppie, una proveniente da Gaeta e una da Latina, si sono recate all’ospedale di Fondi per effettuare, a seguito di prenotazione tramite Cup, sui propri bimbi una ecografia pediatrica. Peccato che il servizio fosse sospeso da maggio. Ed esattamente da quando è andato in pensione il medico che se ne occupava. Di fronte a questa situazione ho inviato una nota al commissario straordinario della Asl di Latina e al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, chiedendo chiare ed immediate spiegazioni. Sinora ci siamo sentiti dire che il Cup funzionava, che eventuali carenze erano state rapidamente risolte. Ma, stando i fatti citati, non solo il Cup è all’anno zero ma chi dovrebbe occuparsi della sua organizzazione evidentemente non lo sta facendo. Ieri abbiamo chiesto. Oggi pretendiamo, a nome di tutti i cittadini, di conoscere cosa si intende fare perché situazioni analoghe non si ripetano mai più, se la Asl e la Regione abbiano contezza di questi costanti disservizi, e quali misure intendano prendere verso chi è inadempiente. Perché se un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, e tre indizi fanno una prova. Quattro, come in questo caso, sono il sintomo della leggerezza con cui si gestisce un settore fondamentale per la vita dei cittadini come la sanità. Per il Cup siamo almeno al quarto episodio di manifesta inefficienza e questo non è accettabile. L’esame richiesto e prenotato è fondamentale, da effettuarsi entro tempistiche stabilite, per eseguire una diagnosi precoce ed evitare patologie e problematiche morfologiche. La mancata erogazione di questa prestazione non è solo una svista ma la causa di quello che potrebbe essere un danno grave e permanente per i nostri figli. Attendiamo fiduciosi una rapida ed esaustiva risposta e soluzione da Zingaretti e Casati all’ennesimo disservizio nella sanità della nostra provincia nella speranza, sinora delusa purtroppo, che la distanza che esiste tra la sanità immaginata e la realtà sia colmata una volta per tutte”.
Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone
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SANITÀ. ABBRUZZESE: CITTADINI PAGANO PER SISTEMA CHE NON FUNZIONA
“I residenti del Lazio versano ogni anno,
tramite le imposte piu’ alte d’Italia, 2443 euro per la salute.
Insomma ogni cittadino della nostra regione paga una cifra per un
servizio che non funziona. Il tutto e’ certificato dalla carenza
dei servizi ospedalieri, dalle lunghissime o meglio infinite
liste di attesa. Tali disfunzioni sono palesi soprattutto nelle
zone periferiche. Nelle province, come quella di Frosinone non ci
si riesce a curare. I cittadini fanno sempre piu’ fatica ad
usufruire di servizi efficaci ed efficienti. Occorre potenziare
le strutture ospedaliere, come ad esempio riuscire a dotare delle
specialita’ opportune, l’ospedale Spaziani di Frosinone fino a
farlo diventare Dea di II Livello. A Sora il Santissima Trinita’
arranca mentre doveva essere un Polo Oncologico di eccellenza e
in questo senso dobbiamo lavorare. Il Santa Scolastica di Cassino
e’ riconosciuto come Dea di I Livello, ma mancano elementi
basilare per far si che lo sia realmente. Serve nuovo personale e
la riattivazione di alcune unita operative semplici. Se si
riuscira’ veramente, non solo a parole, a potenziare queste tre
importanti strutture della provincia di Frosinone, avremo
sicuramente una sanita’ diversa, piu’ efficace che non
costringera’ i cittadini della Ciociaria, chi puo’ permetterselo,
ai soliti viaggi della speranza verso Roma o addirittura fuori
regione. In nome della spending review le province del Lazio, e
particolarmente il nostro territorio hanno ricevuto tagli di
servizi territoriali e prestazioni e chiusure di strutture. Ma
non c’e’ stata nessuna riorganizzazione e pochi tagli agli
sprechi, visto e considerato che otto aziende ospedaliere romane
chiudono il bilancio in forte passimo: -161 milioni il San
Camillo, -105 il San Filippo Neri, -98 il San Giovanni, -92,5
l’Umberto I. Le chiacchiere ormai stanno a zero”.
Cosi’ in un comunicato Mario Abbruzzese, consigliere regionale di
Forza Italia del Lazio e presidente della Commissione Speciale
Riforme Istituzionali.
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SANITÀ. SINDACATI: LUNEDÌ PRESIDIO ESTERNALIZZATI CUP IN REGIONE
“Il 28 novembre saremo in Piazza Oderico
da Pordenone dalle ore 10 alle ore 13 per chiedere al presidente
della Regione Lazio Zingaretti il rispetto degli impegni assunti
sulla salvaguardia occupazionale dei lavoratori esternalizzati,
impegnati nei Cup e nei servizi amministrativi. Visto che non e’
stato sufficiente chiedere la convocazione del tavolo tecnico e
proclamare lo stato di agitazione, ci faremo ascoltare
direttamente presentandoci all’ingresso della Regione Lazio. La
punta dell’iceberg e’ rappresentata dalle scelte assunte dalla
Direzione Generale della Asl Roma 2. Sono circa 200 i posti di
lavoro che saranno tagliati dal D.G. Degrassi, tra cui molti
disabili nei servizi amministrativi che da anni vengono erogati
nella Asl attraverso l’utilizzo delle Coop. Maggio 82 e
Capodarco. Ulteriore beffa deriva dalla tipologia di gara che e’
stata prevista dalla Direzione che, di fatto, prevede
l’assegnazione del nuovo appalto con l’aggiudicazione del
criterio del ‘massimo ribasso’ che rendera’ ancora piu’ magre le
retribuzioni dei lavoratori che sopravviveranno ai tagli.
Sono a rischio complessivamente nelle varie Asl circa 500 posti
di lavoro e inoltre giungono ai lavoratori segnali che possono
solo alimentare paure e tensioni, come il comunicato inviato
dagli amministratori giudiziari della Coop. Capodarco a tutti i
soci lavoratori, in cui in maniera strumentale si paventa un
taglio occupazionale e salariale a seguito della comunicazione
della Regione Lazio sul riavvio del procedimento di gara
centralizzata per il Cup Regionale, che prevede un esubero
superiore al 20% del personale. Tensioni comprensibili vista
l’assenza di risposte da parte della politica. Senza risposta
saranno adottate tutte le iniziative di lotta a difesa
dell’occupazione e contro la macelleria sociale che la Regione
sta attuando in ambito socio-sanitario”.
Cosi’ in un comunicato Mauro Mastropietri, Stefania Gunnella e
Roberto Puma, segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
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MALASANITÀ, CODICI: ISTANZA PRESSO TRIBUNALE ROMA NEL PROCESSO
‘PIRAMIDE’
L’Associazione Codici in quanto promotrice della
campagna contro la malasanità “Indigniamoci”, ha presentato un’istanza
nel procedimento qualificato come “Piramide”.
“L’operazione ‘Piramide’ è stata posta in essere a danno del Servizio
Sanitario Nazionale e nello specifico dell’ospedale San Camillo di Roma
attraverso reati che spaziano dalla truffa ai danni di ente pubblico alla
corruzione ed estorsione – si legge in una nota del Codici – Secondo gli
inquirenti, su un appalto da 62 milioni di euro veniva versata una ‘tangente’
da 65 mila euro che sarebbe stata intascata per mezzo di lavori di subappalto
assegnati ad un’azienda, di cui il direttore dell’unità di ingegneria
del San Camillo era il vertice della cosiddetta ‘Piramide’ A ciò si aggiunge
l’ipotesi di peculato legata a 145 mila euro di cui si sarebbe appropriato
indebitamente lo stesso direttore dell’unità di ingegneria, per lavori non
eseguiti da lui.
Qualora i fatti per cui si procede risulteranno provati, il danno ai
consumatori sarebbe di rilevante gravità in quanto il sodalizio criminale
non solo avrebbe sottratto importanti risorse destinate alla tutela di un
bene primario quale è la salute, ma avrebbero posto in essere lavori
inesistenti e/o scadenti tali da non garantire quell’effettiva tutela che
gli ambienti sanitari dovrebbero avere esponendo così il consumatore ad un
rischio ingiusto di grave danno alla sua salute”.
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