“Era il 2 aprile 2020, l’Italia combatteva contro la diffusione del Covid-19 una battaglia estrema, e la nostra Federazione inviò al Ministero dell’Economia del Governo allora in carica una lettera con la proposta di applicare un’aliquota unica del 10% sugli emolumenti degli operatori sanitari. Sottolineavamo come fosse arrivata l’ora di sostituire le medaglie di latta, coniate con i complimenti da prima pagina, con atti concreti. Per questo oggi siamo assolutamente favorevoli alle possibili agevolazioni che il Governo Meloni potrebbe applicare per i professionisti della sanità. Però a noi non basta” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “Allora la nostra proposta viaggiava sull’onda emotiva dell’emergenza e dell’indifferenza mostrata da politica ed istituzioni per chi stava veramente combattendo in prima linea la battaglia contro il virus. Oggi gli interventi di detassazione sarebbero pensati per frenare l’emorragia di personale che sta svuotando le strutture assottigliando sempre più organici già carenti”. Giuliano prosegue: “Stipendi assolutamente inadeguati, mancanza di sicurezza ed ecco che gli operatori scelgono l’estero o strizzano l’occhio al privato. Per invertire la tendenza si parla dell’applicazione di un’aliquota unica, tra il 10% e il 15%, su tredicesime, straordinari e lavoro notturno. Molto bene se così sarà, lo ripetiamo, ma bisogna fare di più. Le professioni sanitarie per tornare ad essere attrattive meritano attenzioni e gratificazioni. Per questo torniamo a chiedere, certi della bontà della proposta, un’aliquota unica del 10% sugli interi emolumenti in busta paga per tutti gli operatori. Questo sarebbe finalmente il segno tangibile di riconoscenza per il loro servizio alla nazione ma anche l’incentivo per i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro perché scelgano, per il loro futuro, le professioni sanitarie” conclude il sindacalista.