Senza voler disconoscere la validità dell’ordine del giorno presentato dal consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone, che ho condiviso, c’è da rilevare dopo oltre quattro anni di legislatura regionale un totale fallimento delle politiche sanitarie da parte del presidente Zingaretti e della sua maggioranza di governo.
Senza voli pindarici, la realtà oggettiva che possiamo registrare oggi negli ospedali romani e in quelli delle province laziali è di puro incubo per il cittadino bisognoso di cure mediche.
In tutti gli ospedali pubblici del Lazio c’è mancanza di personale medico, paramedico e tecnico; c’è mancanza di attrezzature di alta diagnostica (quelle che ci sono, sono orribilmente datate), ma quello che più indigna il cittadino è, rispetto al tempo che è passato, ancora una volta inutilmente, la non soluzione per l’accesso alle prenotazioni per esami specialistici e diagnostici di un certo livello di complessità.
Per tutto il resto, la sanità del Lazio abbonda e si qualifica tra le più sfigate dell’italico stivale, tanto che i “pellegrinaggi” in altri lidi sanitari da parte degli esasperati cittadini costa alle casse del bilancio sanitario milioni di euro ogni anno.
Simeone plaude e noi con lui all’iniziativa, che tenta di riportare le vicende della sanità regionale dalle secrete stanze in quella più nobile del Consiglio regionale.
Ma ci domandiamo se tutto ciò, ad un anno scarso dalle elezioni regionali, può bastare, e soprattutto se l’iniziativa recepita da chi oggi e per 4 lunghi anni ha gestito le sorti della sanità laziale, avrà un percorso virtuoso.
A tutto questo bisogna aggiungere che, anche le opposizioni a Zingaretti su questo tema specifico sono state blande e spesso insignificanti, rispetto alle pressanti richieste che giungevano e giungono dai cittadini e dai comitati spontanei a difesa dei presidi sanitari provinciali.
Nessuno dei soggetti che siedono in Consiglio regionale ha però mai inteso proporre e attuare una clamorosa protesta chiamando a raccolta i cittadini, e per quello che mi consta tutto è stato lasciato all’iniziativa di singoli consiglieri, che nulla hanno potuto contro l’ignavia di chi oggi come ieri detiene le leve del potere in via della Pisana e in via Rosa Raimondi Garibaldi.
Il tutto condito dall’assenza patologica dei primi cittadini delle città più martoriate nel Lazio in fatto di disservizi sanitari.
Salvo alcuni sindaci che con buona volontà, come quello di Fondi, hanno cercato fino a ieri di lottare, senza però costrutto alcuno.
Questo la stato dell’arte. Questa la verità.
Gina Cetrone
Movimento politico “Sì Cambia”