Se da 70 anni viviamo nella democrazia e in libertà lo dobbiamo anche alle donne e agli uomini che nel 1945 ci hanno affrancato dal nazifascismo. Ricordarlo è un dovere.
Per questo l’Associazione “Murales” – Arci e Ucca di Fondi anche per questo 25 aprile 2015 ha voluto organizzare una piccola iniziativa, sulla base delle proprie piccole forze, per dare il proprio contributo alla memoria storica della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Si è voluto chiamare l’iniziativa, quasi una sorta di veglia laica, “…in attesa della Liberazione!”.
L’appuntamento, infatti, è per le ore 21,30 di venerdì 24 aprile presso la sala del “Caffè Conte”, a Fondi in viale della Libertà. Intitolazione stradale che, diciamo, capita a pennello!
Sarà proiettato il documentario “Non ci è stato regalato niente” del regista Eric Esser.
Il film, nei suoi 58 minuti, racconta la storia di un percorso di emancipazione lungo tutta una vita e iniziato con la lotta di liberazione contro il fascismo. Annita Malvasi, la partigiana “Laila”, e due sue compagne, Gina “Sonia” Moncigoli e Pierina “Iva” Bonilauri, raccontano della propria esperienza nella Resistenza e di cosa essa abbia significato per loro e per molte altre donne.
Grazie all’ANPI, che lo ha reso disponibile, vogliamo qui riportare un breve stralcio di quanto affermato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla rivista “MicroMega”, per il numero speciale sulla Resistenza (dal titolo “ORA E SEMPRE RESISTENZA”) che uscirà domani giovedì 23, che sentiamo di condividere appieno.
Il Presidente nel sottolineare che “la Liberazione dal nazifascismo costituisce l’evento centrale della nostra storia recente” ha voluto ricordare che “ai Padri costituenti non sfuggiva il forte e profondo legame tra la riconquista della libertà, realizzata con il sacrificio di tanto sangue italiano dopo un ventennio di dittatura e di conformismo, e la nuova democrazia”.
E ancora: “la Costituzione, nata dalla Resistenza, ha rappresentato il capovolgimento della concezione autoritaria, illiberale, esaltatrice della guerra, imperialista e razzista che il fascismo aveva affermato in Italia, trovando, inizialmente, l’opposizione – spesso repressa nel sangue – di non molti spiriti liberi”.
Ecco perché: “la ricerca storica deve continuamente svilupparsi” ma “senza pericolose equiparazioni” fra i due campi in conflitto. Perché, ricorda il Presidente rivolto al futuro del Paese, “la Resistenza, prima che fatto politico, fu soprattutto rivolta morale. Questo sentimento, tramandato da padre in figlio, costituisce un patrimonio che deve permanere nella memoria collettiva del Paese”.