Come avvenuto nello scorso processo, oggi presso il Tribunale di Latina altri 19 ex lavoratori oltre alla Uiltucs sono stati ammessi come PARTE CIVILE nel processo che partira’ a Giugno prossimo, altra risposta positiva alle famiglie degli ex lavoratori KARIBU e Consorzio AID l’ammissione accettata oggi dal GIP Giulia Paolini risponde in parte al danno dei tanti lavoratori rimasti senza lavoro ed ancora oggi senza salari percepiti, a causa della cattiva gestione della famiglia KARIBU che come ricordiamo gestiva la COOP KARIBU e CONSORZIO AID attraverso
denaro pubblico con progetti e convenzioni finalizzate all’accoglienza ed integrazione, emerse e sfociate nello SCANDALO-KARIBU grazie alla determinazione dei tanti lavoratori con il supporto della Uiltucs Latina.
Ringraziamo gli organi inquirenti la magistratura che oggi per la seconda volta ha accolto le ulteriori 19 istanze dei lavoratori nelle costituzioni di parte civile, una risposta vera e di vicinanza delle istituzioni alle famiglie da parte del Tribunale di Latina, i ricorsi presentati dai nostri legali Avv Giulio Mastrobattista e Atena Agresti, i quali ringraziamo per l’ottimo e professionale lavoro che stanno svolgendo a tutela dei nostri iscritti, le richieste oggi ammesse consistono nel risarcimento del danno causato ai lavoratori dai rappresentanti KARIBU.
Come Uiltucs Latina insieme ai lavoratori, innanzi al tribunale ed attraverso il nostro Legale Mastrobattista Giulio in sede di dibattimento in udienza preliminare, il comportamento come evidenziato nello STATO PASSIVO, di Michel RUKUNDO il quale ha tentato di inserirsi come creditore chiedendo 100.000 EURO di spettanze, “incredibile dichiara Gianfranco Cartisano, ancora non soddisfatti del denaro pubblico distratto chiedono ancora soldi” ma come si puo’ dopo aver lasciato senza stipendi lavoratori e famiglie per centinaia di migliaia di euro oggi si chiede di essere creditori per centomilaeuro, per la Uiltucs Latina gli organi competenti le istituzioni preposte ci sono! il Commissario ha subito risposto a colui che vorrebbe 100 milaeuro ( e’ stato escluso come creditore per inammissibilta’, non e’ un lavoratore subordinato il quale peraltro pendono procedimenti penali i quali ingenti danni dovranno essere risarciti) oggi ancora hanno il coraggio di chiedere soldi, loro stessi che hanno provocato il dissesto, in sintesi un datore di lavoro che provoca un fallimento e lui stesso chiede di essere un LAVORATORE CREDITORE, questa e’ la famiglia che gestiva KARIBU e AID, anche questo caso paradossale dimostra che l’integrazione e l’accoglienza per queste persone avevano altre finalita’.