Quando il cinismo supera l’immaginazione. Pubblichiamo il ritaglio di un articolo apparso ieri su Il giornale di Latina, riguardante il processo al nostro direttore. Apparentemente sembra un segnale di attenzione ad una vicenda giudiziaria – quella riguardante Napolitano e la libertà di opinione – che vede grande sensibilità da parte di molti esponenti politici. Poi bisogna leggere nel testo: “Qualora vi fosse condanna, superiore a due anni, potrebbe far aprire le porte del carcere per il leader de La Destra. A quel punto Storace decadrebbe da consigliere regionale e il posto verrebbe occupato da Nicola Calandrini. Di conseguenza in Consiglio comunale farebbe il suo ingresso Bruno Creo, il primo dei non eletti della lista Pdl del 2011“.
Calandrini occupa ora il primo resto utile ed è di Fratelli d’Italia, mentre Bruno Creo ha recentemente dichiarato che in caso di ingresso in comune non sa ancora se schierarsi con Forza Italia o il partito della Meloni, a cui appartiene il sindaco della città, Di Giorgi (che se è primo cittadino lo deve al mancato ballottaggio grazie ai voti de La Destra).
Entrambi, Calandrini e Creo, dal tenore dell’articolo sembrano augurarsi la condanna e il carcere, purché superiori ai due anni di reclusione, per Storace, e chi se ne frega della libertà di opinione.
In particolare, Calandrini è quello più direttamente interessato alla decadenza di Storace da consigliere regionale. On. Meloni, può far sapere all’aspirante consigliere regionale che si tratta di un comportamento infame?”.
Lo rende noto “Il Giornale d’Italia”, quotidiano diretto da Francesco Storace, riportando il corsivo pubblicato sul portale e nell’edizione odierna dello sfogliabile.