Interrogatori di garanzia degli arrestati, nell’ambito dell’operazione Alba pontina. Il giudice del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, ha sentito, nel carcere di Latina le nove persone arrestate.
Armando Di Silvio,detto Lallà, difeso dagli avvocati Luca Giudetti e Oreste Palmieri,considerato dagli inquirenti a capo della presunta associazione per delinquere di stampo mafioso, ha detto che lui non sa nulla dei reati contestati e non sa cosa hanno fatto i suoi figli. Per un’ora ha risposto alle domande del giudice e dei sostituti procuratori, fornendo la sua versione.
I figli di Armando Di Silvio, Samuele e Gianluca, assistiti da Oreste Palmieri, hanno invece fatto scena muta. Hanno però, in alcune dichiarazioni spontanee, confermato che il padre nulla avrebbe a che fare né con l’associazione di stampo mafioso, né con i reati contestati.
Ha parlato anche Matteo Lombardi, difeso dall’avvocato Giuseppe Lauretti insieme a Massimo Basile, che si è difeso dalle accuse dichiarando di essere innocente.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere,davanti al gip Daniele Sicignano, detto Canarino, difeso dagli avvocati Alessia Vita e Emanuele Farelli; Hacene Ounissi, detto Hassan, difeso da Alessia Vita, Federico Arcieri, assistito da Farelli, Ismail El Ghayesh e Mohamed Jandoubi difesi da Vita.
Nel carcere romano di Rebibbia sono state interrogate anche le donne coinvolte nella retata di Alba pontina.
Sabina De Rosa, ritenuta una dei membri della presunta associazione per delinquere di stampo mafioso in attività a Latina, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Al termine degli interrogatori gli avvocati Oreste Palmieri e Tony Ceccarelli hanno presentato istanza di scarcerazione o in alternativa per ottenere i domiciliari. Il gip ha accolto la richiesta solo per Giulia Di Silvio, accusata di traffico di sostanze stupefacenti.Lunedì toccherà a coloro che si trovano agli arresti domiciliari