Le indagini di Polizia Giudiziaria delegate
dall’A.G. di Latina, Sost. Proc. dott. Marco Giancristofaro, alla Guardia
di Finanza si sono sviluppate, a partire dal 2014 in relazione al p.p. n.
10241/12 mod. 21, con riguardo al fallimento di due società in relazione
alle ipotesi di bancarotta fraudolenta delle medesime ed hanno coinvolto
complessivamente 13 soggetti fisici tra amministratori e componenti dei
collegi sindacali.
L’attività ha consentito di accertare che due soggetti, il dominus, A.V.
ed il suo commercialista G. DI M. con studio in Napoli hanno posto in essere
una lunga serie di articolate operazioni societarie (scissioni, cessioni
d’aziende o rami d’azienda e dei beni immobili) che hanno portato al
fallimento delle due società in questione. Il complesso delle articolate
operazioni societarie che si sono succedute nel tempo, e gli artifizi
contabili che le hanno supportate, hanno consentito all’amministratore di
diritto e poi di fatto di:
– sottrarsi illecitamente alle pretese creditorie, cautelando i beni immobili
e quelli mobili delle società fallite, lasciate morire in Lussemburgo,
attraverso la destinazione finale degli stessi beni ad altre società del
proprio “gruppo”;
– costituire una nuova società in Latina con diversa denominazione,
“ripulita” delle passività e che continua l’attività di produzione e
fabbricazione di interni per aerei, già svolta dalla società originaria
utilizzando la denominazione ed il marchio societario senza aver sostenuto
alcun costo,
– L’attività investigativa, svolta dal Nucleo PT di Latina, corroborata da
perquisizioni e sequestri disposti dalla locale autorità giudiziaria,
veniva, altresì, estesa nei confronti dell’attuale società sorta a
seguito di scissione della fallita S.p.A. e di un’altra società fallita.
I riscontri effettuati dai militari del comando provinciale di latina guidati
dal Col. Giovanni Reccia hanno consentito di accertare, oltre alle ipotesi di
bancarotta fraudolenta per entrambe le società fallite, anche l’utilizzo
– sia da parte della società fallita che dell’attuale società S.p.A.
– di fatture emesse apparentemente da società con sede in Delaware (Usa)
per operazioni inesistenti, con la conseguente sottrazione di imposte al
fisco per oltre 14 milioni di euro, nonché la violazione dell’art. 12
quinquies del D.L. n. 306/92, convertito nella legge n. 356/92, poiché
l’A.V. cedeva apparentemente in favore della G.P., in violazione delle
disposizioni di legge vigenti, le azioni societarie da lui possedute. Sono
state eseguite anche due verifiche fiscali. In particolare quella eseguita
nei confronti della fallita società di Latina ha consentito altresì di
rilevare che la stessa negli anni 2008-2010 aveva sostenuto costi fittizi,
documentati dalle fatture per operazioni inesistenti per un totale di circa
28 milioni di euro.
Analogamente la verifica fiscale eseguita nei confronti dell’attuale
società, sempre con sede a Latina, consentiva di accertare che la stessa
negli anni 2011-2013 aveva sostenuto costi fittizi documentati dalla società
Kalleny Holdings LLC con sede nel Delaware ed aventi per oggetto le
commissioni per servizi di intermediazione per l’acquisto di poltrone e
ricambi, per un totale di oltre 20 milioni di euro.
Inoltre, nel corso degli accertamenti, l’attuale società S.p.A. avanzava
richiesta di adesione alla collaborazione volontaria (voluntary disclosure).
A seguito di approfonditi accertamenti è emerso che l’istanza in questione
conteneva dati non rispondenti al vero e fondata su documenti contraffatti.
I legali rappresentanti pro-tempore, A.V. e E.D. sono stati denunciati alla
locale A.G. per violazione dell’art. 5 septies del decreto-legge n.
167/1990 (convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227) e
l’istanza veniva ritenuta inammissibile dall’agenzia delle entrate di
Latina. Al termine delle complesse ed articolate indagini, anche con plurime
rogatorie internazionali con Uruguay, Regno Unito e Delaware (USA), condotte
dal P.M. Marco Giancristofaro, il Gip del Tribunale di Latina dott. Giuseppe
Cario ha emesso una ordinanza disponendo la custodia cautelare in carcere nei
confronti di A.V., la misura degli arresti domiciliari per G. DI M. e G.P.,
nonché il sequestro di liquidità, beni immobili, polizze assicurative e
quote societarie per oltre 14 milioni di euro.