Abbiamo assistito, durante la campagna elettorale, ad un fuoco, ad alzo zero, da parte del candidato Sindaco sul ritorno alla gestione pubblica dell’acqua e sulle diverse criticità che tale gestione, a dire del candidato, presentasse.
Ora è il momento di verificare il passaggio dalle parole ai fatti perché il candidato è oggi Sindaco di Latina e deve assumere decisioni nell’interesse comune e per un bene primario.
La cittadinanza è in trepida attesa per quelle che saranno le decisioni importanti che il Sindaco di Latina in seno alla Conferenza dei sindaci assumerà nell’Assemblea dei Soci di settembre.
Abbiamo letto, in questi giorni, tanti articoli che riferiscono di un possibile esercizio del voto da parte di DEPFA Bank in sostituzione dei Sindaci. Ovviamente questo non dovrà accadere perché, se cosi fosse, si registrerebbe una espropriazione inammissibile delle funzioni pubbliche sulla gestione di un bene primario. Le decisioni debbono essere assunte, nel pieno esercizio dei poteri, e con la consapevolezza che questa comporta da parte di chi ha la rappresentanza della comunità.
Si legge in alcuni articoli di approfondimento, che “I soldi presi in prestito dalla Depfa Bank, sulla carta a fronte di un project financing, in realtà sono serviti per stessa ammissione di Acqualatina, come riportato nelle relazioni e note integrative dei bilanci, per il sostentamento delle fasi di start up, per la continuità delle operazioni aziendali …”.
Se cosi fosse, ciò significherebbe che i soldi del mutuo non sarebbero stati utilizzati per investimenti ma anche per spese di gestione e/o correnti e in contrasto con la finalità del pegno.
Ovviamente, approvare un bilancio che conferma questa diversa utilizzazione non potrà essere condivisa e soprattutto non potrà trovare fondamento sul piano della legittimità della decisione senza una preventiva autorizzazione da parte degli Organi competenti a decidere in seno ai Comuni.
Altri rilievi sulla incongruenza di dati contabili vengono segnalati da organi di stampa.
Tutto questo porta alla formulazione dei seguenti quesiti: i Sindaci che dovranno approvare i bilanci li hanno fatto verificare il bilancio dagli uffici preposti? I conti sono giusti? Le finalità di impiego delle risorse sono state rispettate? I controlli della Segreteria Tecnica dell’ATO che esito hanno dato?
Approvare un bilancio al buio o farsi espropriare la funzione pubblica da parte di un soggetto privato – che ha come unico interesse quello economico – sarebbe inaccettabile in un momento tanto delicato come questo che vede l’interesse del socio privato di uscire dalla compagine.
Sono certo che il Sindaco Coletta – passando dalle parole ai fatti – saprà far valere la propria rappresentatività e, mi sia consentita l’espressione, porterà a casa il primo vero risultato da Capitano della squadra del bene comune sulla risorsa primaria: l’acqua.