“Siamo di fronte all’ennesimo atto del dramma del cimitero comunale di Latina. Con una nuova determinazione, redatta a marzo ma pubblicata il 22 luglio, l’amministrazione autorizza la costruzione di 50 nuovi loculi provvisori da parte del concessionario Ipogeo, cui seguiranno altre inumazioni, esumazioni e spostamenti di salme con costi a carico dei cittadini. Soluzioni provvisorie ma costi certi ed eterni”. A dirlo sono i consiglieri comunali del Partito Democratico Nicoletta Zuliani e Marco Fioravante, che tornano a parlare del cimitero di Latina constatando ancora una volta l’intenzione de Comune di non risolvere la problematica, ma di continuare a cercare soluzioni provvisorie e costose per la collettività. Il problema è quello della mancata autorizzazione da parte del Comune per il completamento della costruzione del nuovo ipogeo e la necessità di inumare le nuove salme.
I consiglieri democratici si riferiscono alla pubblicazione della delibera 447/2014 sulla “Fornitura e allestimento di 50 loculi di tipo provvisorio presso il cimitero urbano” redatta dal Servizio manutenzioni del Comune. Nel testo si legge che si tratta di un intervento urgente, vòlto a garantire un servizio primario alla comunità cittadina, e che sarà effettuato dalla ditta Ipogeo srl, concessionaria del sito, in extra convenzione. Una spesa extra che il Comune considera a tutti gli effetti un “investimento”, con un impegno di spesa di 29.700 euro da inserire nel bilancio 2014. Ognuno dei 50 nuovi loculi provvisori costerà 540 euro, più Iva (10%).
Entrambi i consiglieri sottolineano il danno economico provocato dal Comune con le mancate autorizzazioni per la costruzione delle nuove sepolture: “Fino ad oggi – spiega Zuliani – abbiamo costretto il concessionario a costruire 600 sepolture provvisorie (€536.000) dalle quali inumiamo ed esumiamo salme per spostarle una volta ottenuto il posto definitivo. Inumare, esumare e spostare salme costa ogni volta 500 euro, per un totale di 86mila euro. Oggi diamo il via ad una nuova costruzione provvisoria, proseguendo così nella strada delle soluzioni provvisorie con costi permanenti e sempre più alti. A maggio è pervenuta all’amministrazione la proposta economica da parte della Ipogeo srl relativamente alla modifica del rapporto che lega i due soggetti che risulta, ad oggi, insostenibile economicamente soprattutto da parte dei cittadini che pagano due volte: come privati clienti della Ipogeo e come finanziatori di un’amministrazione che continua a pagare il concessionario per servizi che possono essere evitati. Che fine ha fatto la proposta? Sono passati oltre due mesi e si continua a spendere soldi per soluzioni provvisorie. È scandaloso”.
“Durante una commissione Trasparenza, nel febbraio del 2013 – ricorda invece Fioravante – il segretario comunale aveva affermato che la decisione definitiva di approvazione del progetto di ampliamento era competenza del Consiglio Comunale e non della Giunta. Da febbraio ad oggi non si è mai inserito, nell’ordine del giorno del consiglio, l’approvazione del progetto del cimitero. Proprio per questa mancanza il Comune di Latina sarà costretto a pagare, come minimo, un risarcimento di 459 mila euro. In sostanza, il Comune di Latina non ha adempiuto al suo dovere di approvare il progetto e la società concessionaria Ipogeo chiede i danni per l’impossibilità di iniziare i lavori entro i termini stabiliti nell’accordo”.
Ci sono poi altri due aspetti da considerare: le tombe senza eredi, che costano un patrimonio al Comune, quando invece potrebbero essere recuperate, e l’aumento delle richieste di cremazione. “Durante un consiglio comunale di maggio – afferma Zuliani – avevo prospettato altre soluzioni. La situazione che si presenta oggi al cimitero è paradossale: l’ente si accolla il costo della manutenzione di sepolture di oltre 70 anni fa, di cui gli eredi sono sconosciuti. Non ha senso continuare a pagare per dei ‘fantasmi’ ed evidentemente la pensava così anche il commissario prefettizio Guido Nardone, che con una delibera nel luglio 2010 aveva concesso due anni alla Ipogeo per aggiornare l’anagrafe dei titolari, ai quali inviare la fatturazione per la manutenzione delle sepolture (18,50 euro Iva inclusa a sepoltura, che fa 540mila euro all’anno). Il lavoro è stato fatto ed è stato pagato dal Comune con 87mila euro, ma non ha portato risultati. La soluzione a questo paradosso, ora, può essere soltanto quella di eseguire quanto indicato del Regolamento del 1938, l’unico vigente: esporre un avviso pubblico ed espropriare le sepolture senza eredi, liberandole dalle salme e facendo rientrare il Comune in possesso dei loculi per reintrodurli nella disponibilità dei defunti di oggi. Vorrei, a questo punto, capire: abbiamo veramente bisogno della costruzione di tutte queste nuove sepolture? A parte il recupero di quelle senza eredi, ci sono da considerare anche i posti non richiesti da chi si avvale della cremazione, che sono quasi la metà degli 8.700 decessi degli ultimi 10 anni. Un numero fra l’altro in aumento di circa l’80% ogni anno. Non ritengo ci sia dunque una situazione di emergenza. Piuttosto mi porrei il problema di fare un semplice lavoro di pianificazione e capire, con i numeri alla mano, come vanno modificati i termini che ci legano al concessionario”.