Con la fretta che oramai contraddistingue i lavori della commissione Urbanistica, l’Assessore Muzio e il Presidente Belvisi hanno portato nella seduta di venerdì una bozza di delibera inserita all’odg all’ultimo secondo e, a giudicare dalle incertezze emerse dal dibattito, priva di adeguato approfondimento. La delibera avrebbe lo scopo di riclassificare tutte le zone urbanistiche R e la zona L del Piano Regolatore Generale (PRG) di Latina, riconoscendone la corrispondenza con le zone urbanistiche omogenee di tipo B, per definizione parti di territorio completamente o parzialmente edificate. La proposta, tuttavia, non tiene in alcun conto nella riclassificazione delle zone omogenee di tipo A che rappresentano il centro storico, ovvero aree a maggior tutelate poiché sottoposte a vincoli e con indice di edificabilità inferiore.
Ho sollevato la questione in commissione, chiedendo all’Assessore il motivo della scelta.
Perché si è ritenuto che nessuna area, neanche la R0, corrispondesse al centro storico peraltro nucleo di Fondazione? Una mancanza che sottende un vuoto urbanistico e una scarsa attenzione per la storia della nostra città. Le istanze hanno ricevuto la medesima rassicurazione sia dall’Assessore che dal Presidente: a loro dire si tratta di semplice presa d’atto normativa (D.M. 1444 del 1968) mentre il lavoro importante sarà quello di adeguare il PRG al nuovo Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR).
A giudizio del Presidente Belvisi l’approvazione della bozza sottoposta, sarebbe propedeutica all’adeguamento da eseguire entro tre anni dall’approvazione del Piano del 2021 e non ancora iniziato, quindi urgente. Lo stesso PTPR, però, perimetra anche il centro storico di Latina prevedendone chiaramente la tutela. Essendo le previsioni del PTPR, obbligatorie e urgenti, prevalenti rispetto a qualsiasi altro strumento urbanistico, quale è il senso di precedere con la delibera di riclassificazione che elude il Piano proprio sul centro storico? Non sarebbe più corretto procedere con priorità all’adeguamento del PRG, fermo al 1972, così allineare la situazione urbanistica alla normativa vigente? Di tale classificazione, ritenuta inutile e comunque non prioritaria sin dal 1968, non si comprende né l’urgenza né la necessità. L’amministrazione, di contro, fa riferimento ad una variante regionale del 2013 nella quale l’equiparazione è prevista per la sola zona L. La R, nettamente più vasta, non è menzionata.
Chiedo dunque all’Assessore e al Presidente di fare maggiore chiarezza con opportuno approfondimento attraverso gli uffici competenti, e di tornare a riferirne in commissione. Una richiesta, la mia, distante dalla polemica ma che ha come unico obiettivo la costruzione di un percorso trasparente e condiviso, che preservi l’Ente dai possibili scivoloni che in passato hanno segnato la conduzione di una materia così complessa qual è l’urbanistica.
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