Otto anni all’aguzzino di Lucky, il cagnolino ucciso a calci e morto dopo una lenta agonia nonostante le cure dell’associazione ‘Amici del Cane’. Il pm aveva chiesto 5 anni e sei mesi, la difesa contava sul fatto che il proprio assistito non fosse capace di intendere e di volere, alla fine a mettere tutti a tacere è stata la pena inflitta dal Giudice Giuseppe Cario che ha condannato Luigi Sallazzaro a otto anni di carcere.
La Storia di Lucky aveva commosso il popolo del web e la stragrande maggioranza dei cittadini di Latina. No si trattava solo di un povero animale maltrattato e ucciso con barbara violenza, ma dietro come abbiamo raccontato lo scorso agosto c’era ben altro.
‘Lucky, il cagnolino eroe che ha pagato con la vita il tentativo di difendere le sue padrone dal padre e marito orco: arrestato Luigi Sallazzaro che abusava di moglie e figlie.
Ci sarebbe ben altro dietro la tragica sorte del cagnolino Lucky, trovato agonizzante in cassonetto dell’immondizia in Q4 solo qualche settimana fa e curato disperatamente dall’Associazione Amici del Cane che però non sono riusciti a salvarlo a causa della gravità dei traumi riportati. Una storia di reticenze e di silenzi portata alla luce dalle indagini partite dalla segnalazione fatta proprio dai volontari dell’associazione.
Risaliti al possibile autore del selvaggio pestaggio ai danni della bestiola, i Carabinieri del Nipaf si sarebbero trovati davanti un muro di inspiegabili reticenze, crollate solo dopo l’intervento del Pm Giuseppe Miliano.
Si è svelato così un quadro familiare a tratti agghiacciante con l’uomo, un pensionato 69enne, che per anni avrebbe abusato sessualmente di moglie e figlie anche minorenni costrette addirittura ad assistere a scabrosi atti sessuali del genitore del quale pare esista anche un video ripreso dalla maggiore delle due.
Lucky, il cagnolino eroe, avrebbe dunque tentato in qualche modo, come solo i più fedeli amici della razza umana sanno fare, di difendere le sue padrone dalla furia dell’uomo: un gesto eroico che ha pagato con la vita.
Visti i pesanti indizi e le accuse a carico dell’uomo era scattato così l’ordine di custodia cautelare, mentre oggi è arrivata la condanna in primo grado.
L’uomo si trova ancora detenuto in carcere, c’è da aggiungere che in aula si è costituita parte civile l’Associazione Amici del Cane, il risarcimento è previsto in separata sede.
Scontato che una volta depositate le motivazioni della sentenza la difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Codastefano, ricorrerà in appello.