Sarebbe stato un contenzioso risalente addirittura a sette anni fa, al momento in cui, dopo la sparizione di 20.000 euro di gratta e vinci dal suo bar, Massimiliano Sparacio non riuscendo a capire chi li avesse presi, aveva licenziato la moglie di Luca Palli e un’altra dipendente, la causa delle continue frizioni tra Luca Palli e l’esecutore materiale del suo omicidio.
Per quel licenziamento, che vede anche un procedimento in corso davanti al giudice del lavoro, secondo il racconto di Sparacio, Palli avrebbe voluto 30mila euro a titolo di risarcimento, arrivando anche a picchiarlo, rompendogli il naso e minacciando anche la figlia di soli 6 anni.
Sempre a Palli Sparacio ricondurrebbe come un avvertimento personale anche l’incendio ad un gommista vicino al suo bar di Aprilia. Alla fine aveva deciso di chiudere il bar e di aprirne un altro ad Anzio, ma Palli non avrebbe desistito.
Secondo la sua ricostruzione la notte di Halloween, il 31 otobre quando si è consumato il delitto, avrebbe anche tentato di trovare un accordo, ma la vittima lo avrebbe colpito con una mazza da baseball e a quel punto impugnata la pistola gli ha sparato.
Come siano andate effettivamente le cose saranno le indagini ancora in corso a stabilirlo, anche se al momento viene contestato l’omicidio con l’aggravante della premeditazione.
“Non riuscivo più a dormire – avrebbe detto Sparacio assistito dall’avvocato Valentina Pavan al Gip Matilde Campoli – ma so che mi sono rovinato la vita”