Con le dimissioni del sindaco di Latina dalla carica che ricopriva da circa tre anni e mezzo, naufragano le sue ambizioni politiche e di amministratore della seconda città del Lazio, e con lui affondano sempre più quelle del centro destra di Latina e della sua provincia.
Possiamo anche sbagliare: quelle di Di Giorgi non sono dimissioni “normali” ma rappresentano l’apice del profondo malessere che da anni scuote quello che resta dei partiti dell’ex laboratorio della Destra italiana.
Nessuno di chi ha governato le redini di questi partiti, si è voluto renderne conto che agli elettori non bastavano più le “rassicurazioni” dell’ultimo minuto per garantirsi il voto e proseguire nel solco di un tratturo reso inagibile da una politica fatta di decine di scandali e da atteggiamenti connotati spesso da un’insopportabile arroganza.
Un sistema che si è solidificato fino allo scasso finale di queste ultime ore, rappresentato, come ha sostenuto il sindaco Di Giorgi, anche da pretese personali abnormi di consiglieri, assessori, grandi elettori e gruppi di potere, allignati senza vergogna all’interno del corpo molle di questi partiti.
Una parte di primo piano l’hanno recitata anche tanti abbuffini che si sono riciclati nella miriade di liste più o meno civiche, capaci quest’ultime solo di praticare il gioco delle tre carte, senza influire sulle decisioni importanti in favore dei cittadini.
Dal tutto per tutti nel giro di pochi anni si è passati al tutto per i soliti noti, che nel frattempo sono diventati sempre più voraci e sfrontati, tanto da fagocitarsi tra di loro.
Dicevamo: uno scasso vero, senza appello, stante la situzione che si è palesata.
In provincia di Latina, senza che nessuno prendesse provvedimenti seri, il centro destra ha perso nel tempo il governo di città importanti: Cisterna, passata dalla guida forzista ad una miscellanea di partiti che attraversa tutto l’arco costituzionale.
Vicenda che ha condotto il sindaco Merolla a rivolgersi prima a un gastroenterologo e in seconda istanza – inascoltato – a Santa Maria Goretti.
Il centro destra esce sconfitto anche a Sabaudia, andata ad un uomo super organico al centro destra in contrasto però con lo stesso, che ha dovuto lottare per superare l’astio degli adepti forzisti e giungere alla vittoria con un neonato partito, alcune liste civiche e da cristiani di buona volontà.
Ma ha perso anche la città di Formia, guidata dall’ex senatore Forte, consegnata quasi senza colpo ferire nella mani del compagno Bartolomeo.
A peripatetica è finito anche il governo di San Felice Circeo, per oltre un ventennio incontrastato caposaldo del potente sindaco e assessore provinciale Schiboni.
Ricordiamo a volo d’uccello anche i fallimenti maturati a Sezze e Priverno, mentre a Sonnino opera una giunta di centro – destra – sinistra, e Dio solo sa che cosa stanno combinando.
Non discutiamo poi su Itri, Santi Cosma e Damiano, e salviamo dalla catastrofe Gaeta e Fondi. Ultimi avamposti di Forza Italia e del centro destra.
Parliamo invece di Terracina, dove in campagna elettorale tutto il centro destra sosteneva il giovane sindaco Nicola Procaccini, il quale dopo pochi mesi, rischiando l’infarto, fu costretto ad abiurare all’alleanza.
In questa vicenda il poco e lungimirante acume politico di Forza Italia, il primo partito di Terracina, l’ha fatta da padrone.
Con poche e confuse idee i dirigenti locali in pochi mesi si sono mangiati un patrimonio di voti e credibilità, permettendo al sindaco Procaccini di veleggiare oggi sul rientro dal dissesto finanziario e fare un figurone con la città.
Una domanda infine sorge spontanea: dopo l’ultimo colpo inferto da Di Giorgi (al netto del suo eventuale ravvedimento) quale percorso di recupero elettorale possono intraprendere i partiti del centro destra pontino?
In verità le speranze sono ridotte al lumicino, Forza Italia e Berlusconi in questi mesi non sono riusciti a dare una risposta seria e a invertire la nefasta tendenza suicida.
Dall’UDC contributi di sostanza non sono giunti, mentre il nulla assoluto è la cifra evidenziata delle frattaglie partitiche associate.
Una piccola indicazione ci permettiamo di inviala ai vertici provinciali, regionali e nazionali del centro destra: sveltite la manovra nell’individuare un nuovo percorso, altrimenti verrete svuotati dalle altre forze politiche con perizia egiziana.
Riccardo De Matteis