RECUPERARE IL SENSO DELLA MORALITA’ E DELLA LEGALITA’ COME FATTORE IMPRESCINDIBILE DI SVILUPPO PER UNA CITTA’ AD AUTENTICA VOCAZIONE TURISTICA. LOTTA ALLA MOVIDA SELVAGGIA.
Il fenomeno della “movida”, negli ultimi anni, ha trovato ampia discussione nella nostra città.
E’ un fenomeno complesso che contiene in sé problematiche sociali e di ordine pubblico, di quiete pubblica e di decoro urbano, basti pensare agli atti di vandalismo che troppo spesso si verificano durante le notti di movida.
Occorrono, pertanto, provvedimenti urgenti contro la movida selvaggia che da anni tiene prigionieri alcuni quartieri della città, con i cittadini che si sentono impotenti davanti alle notti selvagge che si consumano sotto le loro abitazioni.
L’amministrazione di Alessandro DI TOMMASO, oltre ad aumentare i controlli sul rispetto delle leggi e delle norme anti rumore, si impegna fin d’ora ad istituire un tavolo di confronto tra i residenti dei quartieri della movida e le associazioni dei commercianti, al fine di raggiungere un’intesa in grado di conciliare il diritto al riposo ed alla quiete pubblica dei cittadini residenti con il diritto allo svago di chi frequenta i locali pubblici, ponendo le basi per una maggiore collaborazione tra pubblico e privato.
Queste le proposte operative:
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CALVI (FI): “LATINA CITTA’ UNIVERSITARIA E CENTRO DI ALTA SPECIALIZZAZIONE”
“Latina oggi ospita la sede distaccata dell’università La Sapienza di Roma. Nella nostra città i ragazzi possono contare su un’offerta formativa di qualità. E, negli anni, sono oltre settemila gli studenti che hanno scelto Latina per iniziare il loro percorso verso il futuro. Tuttavia in questi giorni, anche dal confronto con i giovani e gli studenti, sono emerse criticità che non possono cadere inascoltate e che devono trovare nell’amministrazione comunale sintesi e risposte. Penso alla necessità, non più rimandabile, di agevolare gli spostamenti tra la stazione di Latina Scalo e le facoltà, ovvero tra la sedi universitarie dislocate in vari punti della città e le sedi di tirocinio, che spesso si trovano lontane dal centro. La nostra idea è quella di intensificare il servizio bus, aumentando il numero delle corse giornaliere. In questo modo elimineremo anche i disagi economici che quotidianamente gli studenti riscontrano. L’offerta formativa de La Sapienza dovrebbe inoltre essere ampliata. Oggi è fondamentale creare una reale rispondenza tra domanda ed offerta. Questo si traduce nella necessità di creare un contatto costante tra i settori che caratterizzano la forza economica del nostro territorio, dall’industria chimico – farmaceutica, all’agricoltura passando per il settore zootecnico e il turismo. Per farlo dobbiamo portare a Latina corsi di formazione post universitari che possano fare di Latina un polo di eccellenza per la ricerca, la sperimentazione e arrivare a contribuire concretamente quelli che sono i nostri punti di forza. In questo modo potremmo ricapitalizzare anche in termini occupazionali le risorse umane che escono dall’università. Penso, ad esempio, alla implementazione di una filiera biologica che possa supportare la competitività del settore agricolo e delle aziende che lo rappresentano. Penso alla creazione di una ‘Cittadella della Salute’, di una struttura in cui si possa diffondere la cultura della salute che passa per l’educazione alimentare (Farma Food). Penso anche all’attivazione di master specifici post laurea che possano rendere Latina un centro d’eccellenza per settori in evoluzione come quello florovivaistico, della ricerca farmaceutica, della sperimentazione”.
Lo ha dichiarato in una nota il candidato sindaco di Forza Italia, Alessandro Calvi
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CALVI (FI): “LATINA MERITA UNA BIBLIOTECA CONTEMPORANEA. NOI LA REALIZZEREMO”
La cultura è una risorsa e non un costo. Uno spazio a disposizione di studenti, giovani e di tutti cittadini
“Latina città universitaria non solo a parole ma nei fatti. Oggi la sfida che abbiamo di fronte è rendere quel patrimonio immenso, in termini di professionalità e studenti, una opportunità di crescita per la città e una occasione di futuro per i nostri figli. Sono convinto che la cultura non sia una idea, ma una opportunità concreta per crescere sul piano economico, per creare posti di lavoro. E, soprattutto, che possa essere una risorsa e non un costo a carico dei cittadini. In questo contesto, partendo da questa consapevolezza, la nuova amministrazione dovrà non solo fungere da semplice coordinatore delle iniziative culturali, ma dovrà assumersi la responsabilità di ruolo di guida attivo. Per farlo si devono avere le idee chiare e non perdersi in facili, irrealizzabili, progetti. Sin dall’inizio ho sottolineato quale sia la mia, la nostra, posizione in merito. Voglio lasciare un segno indelebile a Latina. Lo dico non per velleità personale, ma perché sono convinto che se ciascuno di noi realizza qualcosa di importante consentirà a Latina di crescere ogni giorno e di essere all’altezza delle aspettative dei nostri cittadini. E il primo passo che intendo compiere è la realizzazione di una grande biblioteca multimediale comunale presso l’area dell’ex mercato annonario. Un’opera pubblica di importanza fondamentale per i giovani e tutta la popolazione. La biblioteca di Piazza del Popolo è troppo piccola e ormai superata. C’è la corsa al posto per potersi sedere e studiare, ciò è inaccettabile per una città universitaria con più di settemila studenti. La nuova biblioteca sarà, invece, un ambiente urbano di aggregazione sociale, uno spazio pubblico che offra le migliori condizioni affinché la mente venga stimolata e si attivi a produrre, a riflettere, a creare, sfruttando tutto quello che la tecnologia, e non solo, può offrirgli a supporto. Uno spazio dove vivere, dove ha inizio un viaggio esperienziale, che coinvolga tutte le età e tutti i sensi: la vista, il tatto, l’udito, e magari, anche il gusto. Spazio in cui l’attenzione venga focalizzata sull’interazione tra le persone e l’informazione, dove nascano esperienze che sorprendano, illuminino e ispirino curiosità, ove le risorse saranno dedicate più alle idee e alle persone, piuttosto che ai soli libri. Questo sarà un nuovo tassello anche a supporto dell’università che intendiamo valorizzare andando incontro alle esigenze degli studenti”.
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Nella fase finale della campagna elettorale, credo sia importante dare agli elettori la possibilità di valutare i programmi che i candidati hanno redatto, sulla base della loro esperienza.
Personalmente, con l’esperienza maturata alla guida di un teatro privato, credo di poter mettere al servizio della collettività ciò che so fare, ovvero occuparmi dell’impresa-cultura. Le mie idee prendono spunto dalle numerose e fantasiose ipotesi lette ed ascoltate circa la politica culturale della nostra città.
In primo luogo ritengo che per riportare ad una efficienza di tipo “aziendale” il Palazzo della Cultura. Non mi riferisco a chi sostiene l’idea del finanziamento pubblico tout-court, né a chi intende nascondere dietro la foglia di fico del no-profit attività di tipo commerciale. Mi riferisco a chi investe nella cultura e sa cosa vuol dire gestire una struttura in termini economici. Che non riguarda solo gli spettacoli ma a tutta la dimensione. Insomma occorre una mentalità imprenditoriale.
Un modello efficiente ed efficace è possibile, con le competenze che i privati sviluppano nelle loro imprese. E con il “profitto” di una struttura pubblica, sia esso derivante da una razionalizzazione dei costi o da maggiori introiti, si potranno sostenere tutte quelle iniziative meritevoli di aiuto. Non necessariamente con soldi.
Così come a costo zero è mia intenzione promuovere una scuola sociale di avviamento alle arti sceniche e figurative. In che modo? Selezionando ragazzi tra quelli appartenenti alle famiglie con redditi bassi, che non potrebbero permettersi di spendere centinaia di euro in corsi. Mettendogli a disposizione le strutture comunali per studiare. E, infine, chiedendo a tutti gli operatori culturali di Latina, quelli che desiderano far crescere la nostra comunità, di “donare” a questi ragazzi 50 ore l’anno di formazione. Cioè una scuola in cui i docenti sono operatori della città che regalando ore concorrono a completare una offerta formativa.
In due anni questi ragazzi, aiutati dai professionisti pontini, potranno poi realizzare dei prodotti che promuoveremo nei circuiti commerciali italiani, una vera e propria compagnia
In questa maniera, a costo zero, avremo centrato grandi obiettivi culturali e sociali: 1) permettere di sognare e privilegiare anche chi non ha grandi possibilità. 2)formare giovani e costruire un prodotto che non pesa sulle casse della collettività. 3) coinvolgere tutti gli operatori culturali su un progetto cittadino che fa migliorare l’intera collettività.
Soprattutto passeremo da una logica del “prendere” ad una del “dare”: ognuno rischia qualcosa di suo, mette in gioco qualcosa di proprio, per contribuire a creare valore per TUTTI.
Insieme ad Alessandro Calvi abbiamo verificato che per fare tutto questo non servono soldi pubblici. Penso che possiamo pensare un modello funzionante senza cercare aiuto esterno. Dobbiamo cercare di costruire un sistema cultura che sia autonomo, non più che si regga sui soldi pubblici. Non possiamo sistemare i problemi con le stesse strategie che li hanno creati”.
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Dove va la Sanità Pubblica?
Continua senza sosta lo smantellamento dello stato sociale ad opera del PD del presidente Renzi e della ministra Lorenzin, che recentemente ha fatto visita all’ospedale di Latina lodando la qualità della sanità da lei amministrata. Ma si sa: chi si loda s’imbroda.
Le persone che hanno bisogno di una visita specialistica vanno al CUP con l’impegnativa e scoprono che se va bene ci vogliono mesi, se va peggio anni o che alcune prestazioni non esistono neanche più.
Ma c’è una soluzione: se si sceglie il regime di intramoenia, ovvero a pagamento presso la stessa struttura ospedaliera, la visita si può fare anche nella stessa giornata se si è fortunati.
E’ chi non può pagarsela? Ha fatto male ad averne necessità perché lo stato deve risparmiare e per realizzare questo ambizioso traguardo non guarda in faccia a nessuno. Ma è leggittimo, mi chiedo, che la stessa azienda che nega un servizio sia in grado di offrirlo nello stesso ambulatorio, con gli stessi macchinari, lo stesso personale e lo stesso professionista dietro dazione di un compenso economico?
Siccome una buona parte di quello che viene pagato non va al professionista ma alla stessa ASL che ha consigliato la procedura più celere, io credo proprio che si tratti di un clamoroso caso di conflitto d’interessi. Nel solco di questa direzione va la recente direttiva della direzione sanitaria di Latina che ha richiesto al reparto di Oncologia ematica di eliminare alcuni posti letto per fare posto agli universitari che si trovano presso l’ICOT e che dovranno trasferirsi presso il Santa Maria Goretti. Insomma è un continuo ricorso a limare e ridurre l’offerta sanitaria pubblica per favorire il ricorso al privato. Queste misure rafforzano l’ intenzione del nostro sindaco Gianni Chiarato di riprendere il progetto , già inserito nel programma sanitario della Regione Lazio fin dal 2008, che vede la realizzazione del nuovo Policlinico SUD presso i terreni ARSIAL a Borgo Piave con un progetto di finanza che prevede la demolizione dell’attuale S.Maria Goretti e l’urbanizzazione di un nuovo quartiere in quell’area, contestuale all’edificazione del nuovo ospedale .
Il previsto trasferimento del solo reparto di Oncologia dalla sede attuale presso l’ICOT nel reparto dell’Ospedale S.M.Goretti è una misura insufficente ad un vero risparmio ed ha il solo effetto di privare i malati di posti letto, già scarsi, e di diventare un nuovo aggravio di carico ai lavoratori che sono oberati da un numero elevato di prestazioni e responsabilità ,con organico sotto dimensionato e di età medio elevata.
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Novelli (Lista Enrico Forte Sindaco): “2 giugno 2016, 70° anniversario del voto alle donne in Italia, celebriamo la ricorrenza utilizzando alle prossime amministrative la preferenza di genere”
Il 2 Giugno 2016 non ricorre solo il settantesimo anniversario della Repubblica Italiana. Questa data segna anche settanta anni dal primo voto alle donne in Italia, in realtà qualche mese prima alcune di loro poterono votare per le amministrative, ma solo il 2 giugno del 1946, tutte le donne ebbero la possibilità di esprimere il loro voto nei seggi elettorali. Un traguardo importante raggiunto con molto ritardo rispetto ad altri paesi. Sono passati settanta anni da quando le donne per la prima volta nella storia italiana si sono recate alle urne. Da allora, tante strade sono state percorse, purtroppo sempre in salita, dall’universo femminile verso la parità di genere. Certo, negli ultimi anni la politica ha tentato di dare una svolta radicale al vecchio e retrogrado pensiero in base al quale si sosteneva che i concetti <donne e arte del governo> erano da tenere ben separati, ma la strada da fare è ancora lunga. Si pensi che su 28 paesi, l’Italia fa parte dei 17 in cui la componente femminile non è riuscita ancora a superare un terzo delle assemblee elette. Un ulteriore passo avanti è stato fatto con la l’introduzione della doppia preferenza (Legge n. 215 del 23 novembre 2012), volta al riequilibrio della rappresentanza di genere negli enti locali. Grazie a questa legge le amministratrici comunali in Italia sono aumentate del 39%, ma è ancora poco. Nonostante la parità di diritti sancita dalla legge, non dobbiamo essere ipocriti: esistono ancora degli ostacoli culturali, familiari e materiali che non permettono nella realtà la loro piena applicazione. La stessa maternità, ultimamente è tornata alla ribalta come un ostacolo non solo alla carriera, ma a qualsiasi altra attività. La doppia preferenza di genere e l’obbligo di rappresentanza nelle giunte, quindi, ripristina il giusto principio delle pari opportunità e, mi auguro, che tutte le donne e anche gli uomini del nostro comune che si recheranno ai seggi in queste elezioni amministrative utilizzeranno al meglio questa possibilità scegliendo all’interno della lista prescelta il nominativo di una donna. Non ritengo che le donne siano migliori o peggiori degli uomini, ma sono certamente portatrici di “altra”cultura che deve essere rappresentata, non solo nel loro interesse, ma nell’interesse dell’intera comunità .
Lo dichiara in una nota Daniela Novelli, candidata al consiglio comunale di Latina nella Lista Civica del Candidato Sindaco Enrico Forte.
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Questi siamo noi. Siamo quelli che con umiltà e buona volontà hanno seminato il seme della buona politica per la città di Latina e per i suoi abitanti. Ed ora ci prepariamo a raccogliere il frutto del nostro lavoro che abbiamo ottenuto senza spacciare promesse di lavoro a questo e quello, senza minacciare ritorsioni a chi avrebbe potuto non votarci e senza spendere decine e decine di migliaia di euro come fanno gli altri candidati . Abbiamo fatto la nostra campagna elettorale utilizzando le nostre povere risorse economiche anche perché ritengo immorale spendere centinaia di migliaia di euro come è il totale di quanto stanno spendendo coloro che si accreditano come sicuri prossimi sindaci. Lo hanno fatto con pagine e pagine di pubblicità sui quotidiani, con manifesti enormi, con tanti volantini, con cene gratuite, offrendo gadget di dubbio gusto, con “vele” che li trasportano in giro nel traffico locale e con salsicce e balli di campagna in piazza. Io sarò il candidato che arriverà al ballottaggio e che vincerà le elezioni , lo dicono le nostre rilevazioni e lo dicono i nostri tanti elettori. Elettori che di avere un piatto di spaghetti come contraccambio del proprio voto non gli interessa. A queste persone, che sono la stragrande maggioranza, dalla politica vogliono con forza che sia buona, pulita, senza compromessi e che sia di cambiamento rispetto a quanto è successo in questi anni. Desiderano vedere realizzato il nostro programma elettorale e credono che noi saremo in grado di portarlo a termine ed io non li deluderò , io ottempererò ai miei impegni presi davanti a tutti .
Ci sono candidati che fanno i finti poveri, ma spendono fior di soldoni, e che vogliono mantenere un basso profilo. Ecco , io mi voglio distinguere anche in questo ed il nostro profilo non è basso ma alto, altissimo perché crediamo che di questo ci sia bisogno: di una visione alta di città e di chi la rappresenta. Non serve predicare bene e razzolare male, serve quello che io con la mia squadra siamo in grado di realizzare: efficienza, concretezza, decisione e coraggio. E di sicuro non ci mancano questi caratteri visto che sono stato lusingato da tutte le compagini di partito presenti sulla scena politica, visto che sono stato attaccato e minacciato personalmente, che ci hanno sminuiti, irrisi con sondaggi farlocchi ed hanno tentato di isolarci.
La lealtà al mandato ed alle persone che con me stanno condividendo questa campagna elettorale ci rafforzano sempre di più e sono convinto che saremo noi la bella sorpresa che la città di Latina aspetta da anni.