«Nella lotta all’erosione costiera rischiamo di mettere in atto interventi più dannosi dell’erosione stessa. Questo perché l’amministrazione ha deciso di procedere con un progetto a stralcio frettoloso, che risolve il problema solo nell’immediato. Non si tiene conto degli errori commessi in passato, con azioni che si sono rivelate non solo inefficaci, ma addirittura nocive per il nostro lungomare». È una presa di distanza netta quella espressa dal capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi, rispetto alla progettualità portata avanti dal Comune per contrastare il fenomeno erosivo sul litorale di Latina.
«L’intervento di ripristino effettuato nel 2005 a Foce Verde – ricorda Ciolfi – prevedeva la
realizzazione di pennelli e barriere soffolte e una costante manutenzione. Tuttavia venne realizzato solo a stralcio, in maniera incompleta e soprattutto non fu mai avviata la manutenzione costante con ripascimento morbido per mancanza di fondi. Ciò ha determinato la grave erosione che attualmente è sotto gli occhi di tutti e ha causato danni ingenti all’ambiente, alle attività imprenditoriali e alla fruizione del lungomare».
«Oggi lo scenario non è cambiato, con l’amministrazione che commette gli stessi errori. L’assessore Di Cocco – sottolinea la consigliera – ci parla di un intervento da 6 milioni di euro, finanziato dalla Regione Lazio, quando il progetto per salvare la costa avrebbe bisogno di opere per 28 milioni di euro. Dunque partiamo con un primo stralcio fatto di soli pennelli, rinunciamo alle barriere soffolte e ci limitiamo a un esiguo ripascimento morbido per riportare la sabbia dove manca, senza prevedere una manutenzione costante, fatto salvo poi, nell’arco dei prossimi dieci anni, trovare i soldi per completare le opere. Così l’assessore liquida la questione oggi sulla stampa».
«Dove troveremo i 22 milioni di euro che mancano al completamento del progetto? Chi ci assicurache la mancata manutenzione costante per i prossimi dieci anni, insieme alla mancata realizzazione delle barriere soffolte, non causeranno gli stessi danni avuti dopo gli interventi a stralcio del 2005?
Esiste uno studio scientifico che avalla i risultati del progetto portato avanti da quest’amministrazione?
Chi garantisce con asseverazione e firma che i danni presenti oggi in corrispondenza dello
stabilimento della Polizia di Stato non si verificheranno tali e quali per gli stabilimenti a ridosso di Capoportiere e lungo il tratto B del nostro litorale?». Questi i dubbi sollevati dalla Ciolfi e che la consigliera invita a prendere in esame nelle prossime verifiche regionali, con l’auspicio di avere i pareri di tutti gli enti coinvolti, a partire dal Parco nazionale del Circeo.
«Il finanziamento regionale di 5,5 milioni di euro – aggiunge la consigliera – era stato ottenuto dall’amministrazione Coletta con l’assessora del M5S, Adriana Calì, che aveva dato l’incarico per una progettazione iniziale ben diversa da quella proposta oggi dall’assessore Di Cocco: prevedeva, infatti, la manutenzione costante e un rimodernamento delle opere rigide esistenti, nonché l’implementazione delle stesse a fronte di una previsione di ripascimento morbido. Se l’assessore è convinto della bontà del suo progetto ce lo venga a presentare in commissione, passaggio che finora è stato escluso, insieme a tutte le garanzie necessarie a convincere anche l’opposizione della sua validità».
I commenti non sono chiusi.