È vero, il centro destra per colpe proprie ha perso le ultime elezioni e alcuni personaggi sono stati travolti da inchieste giudiziarie, ma tutto questo nasce da lontano: dalle rotture del 2010 e dalla frammentazione con cui ci si è presentati all’elettorato nel 2016.
Ribadisco quindi per rispondere a Coletta nel merito delle sue osservazioni che il dottor Antonio Costanzo, ex assessore al Personale, nelle motivazioni delle sue dimissioni ha richiamato i valori di trasparenza, partecipazione e legalità, spiegando come impegni e obiettivi siano stati contraddetti dalla linea di condotta di questa amministrazione.
Motivazioni mai smentite dallo stesso Costanzo.
Principi che vengono contraddetti dalla presenza in giunta di un assessore il cui coniuge è un noto esponente della Lega Coop, incappato nei mesi scorsi in un’indagine della Polizia Municipale di Latina.
Un’indagine che lo vede coinvolto nel caso della Cooperativa Cosmopolitan che ha portato al sequestro di un immobile comunale che veniva affittato ad una società terza ad un euro al mese proprio dalla Coop del marito dell’Assessore.
Se il sindaco non ravvisa gli estremi dell’incompatibilità, quanto meno dovrebbe ravvisare gli estremi della scarsa trasparenza e dell’opportunità politica.
Preoccupa poi oltre misura che il sindaco Coletta e i suoi collaboratori definiscano regola di sana amministrazione quella che io ho definito preoccupante prassi di modifica delle proposte di delibera da parte del segretario generale.
Al di là delle risposte fornite dall’Amministrazione Comunale, peraltro volutamente imprecise e di circostanza, tutto ciò conferma a mio parere un preoccupante tentativo di piegare la macchina amministrativa ad una politica che pensa di poter agire al di là di norme e regolamenti solo perché investita dal mandato popolare: lo stesso pericoloso virus che si è insinuato nell’amministrazione precedente tanto fortemente criticata da Coletta e i suoi seguaci e caduta sotto i colpi delle inchieste giudiziarie.
Sulla vicenda legata al trasferimento del dottor Aldo Doria, anche qui vale lo stesso ragionamento fatto per le dimissioni del dottor Costanzo: sulla stampa locale sono state riportate motivazioni mai smentite dall’interessato che le ha anzi tacitamente confermate.
Per quanto riguarda la gestione poco limpida di concorsi dirigenziali e gare d’appalto, mi sarei aspettato che il sindaco spiegasse come mai siano stati ritirati in auto tutela affidamenti di incarichi per oltre duecentomila euro dopo le segnalazioni del mio partito.
Su questo Coletta ha preferito sorvolare così come ha voluto sorvolare sull’affidamento dell’orto urbano in Q4 dopo la richiesta presentata dai signori Gianni Rinaldi (oggi consigliere comunale), Paolo De Simoni (marito di un componente dello staff del sindaco), Michele Fabietti (attivista politico e militante di Lbc) in rappresentanza, come scrivono gli stessi, del nascente comitato spontaneo Q4-Q5 di Latina, presentato al sindaco durante un incontro con l’assessore Lessio del 12 maggio scorso.
Merita attenzione anche la risposta riguardante le nomine del cd dell’Azienda Rifiuti, dove Coletta ha rivendicato il merito di aver dotato il Comune di un regolamento per la nomina dei rappresentanti comunali, dimenticando però di sottolineare come l’ultima parola su tutto spetti sempre e comunque al sindaco.
Sulla vicenda dei rifiuti però mi riservo un ulteriore approfondimento, annunciando fin da ora una prossima interrogazione proprio su questo tema.
Anche la vicenda dell’urbanistica merita ulteriore attenzione: se al sindaco non risultano comportamenti divergenti della sua amministrazione in casi analoghi; gli va chiesto quali possano essere le motivazioni che abbiano portato a considerare il caso della palazzina di via Roccagorga diversamente da quello che vede coinvolte le famiglie degli acquirenti di via Ombrone.
Forse andrebbe approfondito, e di molto, il conflitto d’interessi dello stesso primo cittadino in questa vicenda. Mi riservo di farlo in un’altra interrogazione parlamentare che riguarderà la gestione dell’urbanistica.
Detto questo ribadisco che le denunce dell’opposizione sul mancato accesso agli atti, ovvero sui ritardi del segretario generale, sono state più volte riportate dalla stampa locale e non possono essere smentite semplicemente votandosi dall’altra parte.
Cosi come non può essere smentito il fatto che più volte le opposizioni si siano rivolte al Prefetto lamentando un comportando parziale da parte del Presidente del Consiglio Comunale.
Sottolineare queste incongruenze è il sale del confronto politico: bollare chi le pone all’attenzione dell’opinione pubblica e della cittadinanza come indegno, in virtù di una presunta superiorità morale di Coletta e della sua maggioranza, è quanto di più fazioso possa produrre una certa sinistra».