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Latina. Il Centro Donna Lilith presenta: “Colmare di colore”

scritto da Redazione
Latina. Il Centro Donna Lilith presenta: “Colmare di colore”

Il Centro Donna Lilith, venerdì, 29 luglio alle ore 19, partenza dalla sede del Centro – in via Massimo D’Azeglio, 9 presenterà l’evento: Colmare di colore Donne in performance per le strade di Latina Venerdì 29 Luglio” che culminerà nella lettura della sentenza del Processo del Circeo e la proiezione di “Processo per Stupro” in Piazzale Bruno Buozzi davanti alla scalinata del Tribunale di Latina.

Il Centro donna Lilith in occasione del 40nnale della sentenza, che cadrà il prossimo 29 luglio, invita tutti al un suo evento cittadino “Colmare di colore Donne in performance per le strade di Latina Venerdì 29 luglio”   consistente in una manifestazione, con corteo e performance, che si snoderà per le vie del centro cittadino, partendo da via M. D’Azeglio, dove è la sede nell’ Associazione, e toccando punti simbolici della città (Piazza del Popolo, Piazza della Libertà, il Parco comunale e viale Mazzini), giungerà in piazzale B. Buozzi, per concludere l’ evento davanti alla sede del Tribunale.

Durante il corteo un gruppo di donne, dirette dalla performer e regista Monica Giovinazzi, racconteranno la storia di quella estate del 1976, con parole (letture, testimonianze), azioni sceniche e il posizionamento a terra di segni a ricordo del processo del Circeo e in memoria di tutte le vittime di femminicidio.

I “segni” consistono in piccole tessere da inserire laddove i marciapiedi toccati dal percorso presentano sconnessioni e crepe, usando le parole della performer: “Colmare di colore – suturare le ferite, non rompere ma riparare” gesto simbolico e di individuazione di un percorso contro la violenza di genere, che unisca idealmente e materialmente la città.

Dal 30 giugno al 29 luglio di 40 anni fa si svolse nelle aule del Tribunale di Latina il cosiddetto “Processo del Circeo”, conclusosi con la sentenza di condanna all’ergastolo per Guido, Ghira e Izzo.

In quella estate del 1976 le donne di Latina presidiarono con i loro corpi, i loro slogans, i loro cartelli il Tribunale, per testimoniare solidarietà a Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, per denunciare la cultura patriarcale e sessista alla base della violenza subita dalle due ragazze, che costò la vita a Rosaria. Per alcune donne fu il proseguimento di un percorso già intrapreso, per molte altre l’inizio di un processo di presa di coscienza che portò alla nascita del Collettivo femminista e 10 anni dopo, il 4 febbraio del 1986, alla nascita del Centro Donna Lilith.

Ed è per questo che nell’ambito delle iniziative per il Trentennale dell’Associazione, il Centro Donna Lilith ha scelto di dare spazio al tema del femminicidio, parola che nel lontano-vicino 1976 ancora non usavamo per indicare l’uccisione di una donna in quanto donna.

Il 30 giugno uno striscione -appositamente ideato dalla illustrAutrice e vignettista Stefania Spanò, in arte Anarkikka- è stato esposto all’ esterno della nostra sede, striscione che ci accompagnerà durante lo svolgimento dell’evento finale, il prossimo 29 luglio.

“Il Centro Donna Lilith considera, o meglio, “sente” l’iniziativa piena di grande valenza sociale e culturale. E, proprio in quest’ottica, – precisa, la Presidente del CDL Professoressa Maria Marinelli – per consentire a quante, grandi e piccine, lo desiderano una partecipazione “con consapevolezza e condivisione” all’evento del 29 Luglio, proponiamo un breve laboratorio di Teatro di Strada guidato dalla regista Monica Giovinazzi. In preparazione della performance”.

Il Laboratorio si snoda in tre incontri il 26 – 27 – 28 luglio dalle ore 16 alle 18,30. Per informazioni e adesioni rivolgersi alla segreteria del Centro Donna al n. 0773 664165.

Il film-documentario “Processo per stupro”, fu realizzato nel 1979 da un gruppo di cineaste che filmarono integralmente lo svolgimento del processo agli stupratori di Fiorella, svoltosi sempre a Latina nel 1978, mettendo in evidenza la cultura giuridica allora imperante che vedeva la donna diventare da vittima a inquisita. Da allora nulla è rimasto uguale: la forza di denuncia del documentario e l’esperienza della partecipazione ai due processi hanno portato a cambiamenti sia culturali che legislativi, ma ancora le donne sono vittime di femminicidio.

 

 

 

 

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