Gli effetti del Covid hanno reso vulnerabile, quindi, una nuova categoria di persone, fino ad oggi fuori dai radar dell’aiuto tradizionale e istituzionale. Con drammatiche disparità tra le regioni, come rilevato anche dal Rapporto Osservasalute. In Italia un milione di persone non riesce più a provvedere agli acquisti di cibo e beni di prima necessità. Si tratta di famiglie numerose, anziani soli, giovani precari, lavoratori di settori gravemente penalizzati dalla crisi. Centinaia di migliaia di “impoveriti dalla pandemia” si sono rivolti per la prima volta alle mense assistenziali, così come sono aumentati del 30% (fonte Affide) gli italiani che si sono messi in fila al Monte dei Pegni. Un fenomeno che riguarda fasce sociali che mai prima della pandemia avevano chiesto aiuto a strutture caritative.
Le Acli, ricorda Nicola Tavoletta, hanno rappresentato tale situazione durante l’incontro degli Stati Generali con il Governo e la nostra delegazione nazionale ha espresso le seguenti proposte: riforma della filiera della formazione professionale, ripensare all’IRPEF recuperando la progressività ora troppo indebolita, ampliare le detrazioni fiscali in tema di salute, rafforzare il sistema previdenziale, introducendo la universalità della flessibiltà dell’accesso alla pensione e chiedendo il pieno sostegno politico alla proposta per l'”assegno unico per figlio a carattere universale” per le famiglie del ddl “Del Rio-Lepri”.