Il Comune di Formia ha votato contro il bilancio di esercizio 2012 di Acqualatina e la nomina di un nuovo consigliere nel Cda della società.
La relazione allegata al documento contabile è il racconto di un disastro gestionale. I debiti bancari superano gli 85 milioni di euro, le passività nei confronti di imprese ed enti locali, tra cui i Comuni che hanno ceduto le reti e i Consorzi di Bonifica, ammontano a decine di milioni di euro, mentre la gestione corrente vede solo nel 2012 accumularsi 2 milioni di euro di perdite con relativo dimagrimento del capitale sociale dell’azienda.
La continuità aziendale è ritenuta incerta dagli stessi revisori pagati dalla società per redigere la relazione, mentre la DEPFA Bank, con cui è stato contratto un mutuo di 115 milioni di euro, ha chiesto di recente l’immediata restituzione del prestito, e solo grazie ad una mediazione il cui esito non è stato reso pubblico, la banca straniera ha deciso di attendere.
La valutazione del servizio, per quanto attiene al Comune di Formia, è del resto pessima, come dimostrano le recenti crisi idriche prodotte da scarsi investimenti sulle reti, manutenzione indebolita da continui subappalti e ritardi nel pronto intervento. L’ex Sindaco Forte dovrebbe vergognarsi per aver votato a favore di tutto ciò senza proferire parola, in cambio di due poltrone nel CDA della società e dei soliti accordi con gli amici in provincia di Latina.
Acqualatina è finora stata il bancomat di una casta politica provinciale ingorda, i cui debiti rischiano di essere pagati dai cittadini tramite bollette sempre più salate (+80% in cinque anni), e sempre più illegali, come dimostra la causa in corso tra la società e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, garante anche per il servizio idrico integrato. Le altre vittime della mala gestione di Acqualatina sono i lavoratori, costretti alla riduzione del 25% dell’orario di lavoro e dei relativi stipendi.
L’intero CDA della società dovrebbe dimettersi, e il numero di componenti dovrebbe ridursi a tre membri, come succede ormai in tutte le società di gestione di servizi a rilevanza industriale.
Ci auguriamo che il senso di responsabilità di molti Sindaci sia superiore a quello di appartenenza politica e che si riesca a individuare delle modalità comuni di azione, per ripubblicizzare il servizio idrico, e per porre fine ad un carrozzone che è riuscito a raccogliere in sé il peggio del pubblico e del privato.
Proponiamo la costituzione di un coordinamento tra i Sindaci ATO4 per la ripubblicizzazione dell’acqua aperta ai comitati civici locali.
Sandro Bartolomeo
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