La gran parte dei problemi ambientali che derivano dalla gestione delle tradizionali discariche controllate è connessa alla presenza della frazione organica putrescibile del rifiuto. Quest’ultima, a seguito dei processi di degradazione biologica, determina la formazione di composti quali metano e ammoniaca in grado di avere un impatto negativo sull’ambiente. Il protrarsi di condizioni anaerobiche all’interno dell’ammasso dei rifiuti inoltre fa sì che tali impatti siano destinati a perdurare per periodi molto lunghi, pari a 200-300 anni come nel caso delle concentrazioni di ammoniaca nel percolato.
La IndEco ha così deciso di affidarsi alla tecnologia ‘Airflow’, messa a punto dall’Università di Padova brevettata da Spinoff srl, che prevede l’aerazione in situ dei rifiuti già depositati. Tale tecnologia consente di modificare le attuali condizioni anaerobiche del sito, garantendo l’instaurarsi di condizioni di tipo aerobico all’interno del corpo rifiuti. Ciò si traduce in cinetiche di degradazione della sostanza organica fino a dieci volte più rapide rispetto ai normali processi anaerobici, in grado quindi di ridurre in modo sostanziale i tempi necessari ad ottenere una completa stabilizzazione del rifiuto e il rispetto dei diversi parametri ambientali. Il progetto, già varato a Modena e nel Milanese, sarebbe il primo nel Lazio.
Il sito su cui sorge la discarica si presta a divenire un polo pilota a livello regionale per la realizzazione di un sistema scientificamente avanzato di deposito di rifiuti sul terreno basato su concetti innovativi di sostenibilità ambientale.
IndEco si propone infatti non solo di gestire sostenibilmente il settore S8 ma anche di progettare e coltivare un nuovo settore utilizzando tecniche innovative in materia di sicurezza e prevenzione dell’inquinamento. Il sistema è chiamato PAF: si basa su un pretrattamento (P) dei rifiuti teso a ridurre la presenza di sostanza organica putrescibile nei rifiuti (raccolta differenziata dell’umido e trattamento meccanico biologico) prima del deposito in discarica, sulla aerazione (A) naturale dei rifiuti con ingresso e moto convettivo di aria attraverso il sistema di raccolta del percolato e flushing (F), cioè dilavamento di acqua ottenuto con coperture permeabili e col ricircolo del percolato.
La IndEco è pronta a un intervento di postgestione attiva dell’invaso S8 mediante l’installazione di un impianto di areazione in situ con insufflazione forzata di aria col metodo Airflow per la stabilizzazione aerobica del corpo di rifiuti e la predisposizione di un impianto tecnologico per il trattamento e il ricircolo controllato del percolato prodotto.
I processi degradativi anaerobici producono biogas che contiene metano e anidride carbonica; i problemi ambientali legati alla presenza di biogas, prodotto appunto dalla degradazione anaerobica, sono diversi come rischio di esplosioni, odori molesti, effetto serra. L’intervento proposto da IndEco di stabilizzazione in situ dei rifiuti mediante areazione va ad agire direttamente sulla causa/fonte inquinante, permettendo così a una risoluzione definitiva del rischio del potenziale inquinamento. L’aerazione in situ consente di intervenire nei processi di stabilizzazione dei rifiuti, instaurando condizioni aerobiche entro il corpo discarica e favorendo lo svolgimento di reazioni di degradazione biologica di tipo aerobico della sostanza organica. Tale tipologia di intervento differisce da altre tecniche di messa in sicurezza tipo il capping in quanto agisce direttamente sulla fonte delle emissioni di gas e percolato, garantendo quindi un risanamento definitivo del sito e evitando che problemi ambientali possano comparire nel futuro, a distanza di anni dall’intervento. Il sistema Airflow prevede, quindi, che l’aria venga prelevata dall’ambiente esterno e insufflata a bassa pressione all’interno del corpo rifiuti, consentendo all’ossigeno di propagarsi all’interno dell’ammasso.
I principali vantaggi di una discarica semiaerobica sono i seguenti: l’aria che entra in discarica tramite i tubi migliora la stabilizzazione dei rifiuti e la qualità del percolato riducendo i costi finali del suo trattamento; i tempi di postgestione si riducono notevolmente; si riduce la produzione di metano aumentando quella di anidride carbonica (l’impatto del metano sul riscaldamento globale è di circa 25 volte superiore rispetto a quello dell’anidride carbonica); il percolato raccolto può essere ricircolato, per mezzo di pompe, nel corpo discarica attraverso collettori verticali.
Non solo, la produzione di biogas sarà di qualità attraverso anche i nuovi motori che la IndEco sta già utilizzando, producendo un’energia sostenibile e pulita, un circuito virtuoso cominciato già da diverso tempo col motore messo a punto da 500 kw, a cui presto se ne aggiungerà un altro da 600 kw per aumentare la produzione di energia.