giovedì 21 Novembre 2024,

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Latina. La Meloni (FDI) spara dichiarazioni e minacce senza senso

scritto da Redazione
Latina. La Meloni (FDI) spara dichiarazioni e minacce senza senso

La dichiarazione di questo pomeriggio rilasciata alle agenzie dal leader nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sui fatti che in questi giorni hanno riguardato lo scioglimento dei consigli comunali di Terracina e Latina ha dell’incredibile, perché mi chiedo: può un soggetto che fa politica dalla mattina alla sera credere a occhi chiusi e senza fare riscontri a quanto le raccontano i diretti collaboratori o amici dimoranti nei due territori?
E ancora: può mai passare la linea di pensiero della Meloni che pone in campo una scientifica disinformazione che confonde completamente i fatti per accreditare la sua parte politica come filiera di persone capaci a livello politico e amministrativo, in buona fede e dediti agli interessi dei cittadini?
Scrive la Meloni “Dietro queste crisi amministrative, nessuna ragione politica ma solo squallide lottizzazioni e spartizioni di poltrone. Quindi, delle due l’una: o Silvio Berlusconi sapeva ed ha avallato questa ennesima porcata del suo coordinatore regionale; o Forza Italia è semplicemente un partito che non esiste, dove ogni banda capeggiata da questo o quel guappetto fa quello che gli pare”.
Leggendo queste righe si comprende bene che la Meloni fa finta di non sapere che, per quanto riguarda Terracina, il sindaco e stato fatto decadere per la nefandezza politica di aver chiesto i voti ai cittadini per una coalizione poi abiurata e fatto accordi con il suo nemico della campagna elettorale: però i traditori sono altri, quelli che gli hanno fatto vincere le elezioni a suon di migliaia di voti.
Per quanto riguarda Latina, l’incapacità a relazionarsi con la propria maggioranza del sindaco Giovanni di Giorgi è stata clamorosa. Completamente in fuga dalle sue responsabilità, finanche nella giornata più importante della sua carriera politica: il tanto declamato consiglio comunale convocato per discutere la sfiducia alla sua persona, che ha tenuto impegnati per decine di ore i componenti dell’assise.
Per quanto ci teneva a guardare negli occhi coloro che da lì a poco lo avrebbero sfiduciato, Di Giorgi in aula c’è rimasto in tutto una manciata di minuti. Terracina e Latina, guarda caso, sono il dritto e il rovescio di una moneta politica falsa: due sindaci che non avevano alcun ascendente verso i rispettivi gruppi consiliari.
E soprattutto nessuna attitudine a governare due città importanti.
La loro è stata una fine ingloriosa ma inevitabile per il bene, questo sì, di due comunità laboriose che meritavano più rispetto e più lavoro per gli interessi generali.
Adesso che la parola è ripassata agli elettori, vedremo tra meno di dieci mesi il cittadino a chi affibbierà il torto o la ragione (nella speranza che questi vadano ancora a votare).

Gina Cetrone

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