La dichiarazione di questo pomeriggio rilasciata alle agenzie dal leader nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sui fatti che in questi giorni hanno riguardato lo scioglimento dei consigli comunali di Terracina e Latina ha dell’incredibile, perché mi chiedo: può un soggetto che fa politica dalla mattina alla sera credere a occhi chiusi e senza fare riscontri a quanto le raccontano i diretti collaboratori o amici dimoranti nei due territori?
E ancora: può mai passare la linea di pensiero della Meloni che pone in campo una scientifica disinformazione che confonde completamente i fatti per accreditare la sua parte politica come filiera di persone capaci a livello politico e amministrativo, in buona fede e dediti agli interessi dei cittadini?
Scrive la Meloni “Dietro queste crisi amministrative, nessuna ragione politica ma solo squallide lottizzazioni e spartizioni di poltrone. Quindi, delle due l’una: o Silvio Berlusconi sapeva ed ha avallato questa ennesima porcata del suo coordinatore regionale; o Forza Italia è semplicemente un partito che non esiste, dove ogni banda capeggiata da questo o quel guappetto fa quello che gli pare”.
Leggendo queste righe si comprende bene che la Meloni fa finta di non sapere che, per quanto riguarda Terracina, il sindaco e stato fatto decadere per la nefandezza politica di aver chiesto i voti ai cittadini per una coalizione poi abiurata e fatto accordi con il suo nemico della campagna elettorale: però i traditori sono altri, quelli che gli hanno fatto vincere le elezioni a suon di migliaia di voti.
Per quanto riguarda Latina, l’incapacità a relazionarsi con la propria maggioranza del sindaco Giovanni di Giorgi è stata clamorosa. Completamente in fuga dalle sue responsabilità, finanche nella giornata più importante della sua carriera politica: il tanto declamato consiglio comunale convocato per discutere la sfiducia alla sua persona, che ha tenuto impegnati per decine di ore i componenti dell’assise.
Per quanto ci teneva a guardare negli occhi coloro che da lì a poco lo avrebbero sfiduciato, Di Giorgi in aula c’è rimasto in tutto una manciata di minuti. Terracina e Latina, guarda caso, sono il dritto e il rovescio di una moneta politica falsa: due sindaci che non avevano alcun ascendente verso i rispettivi gruppi consiliari.
E soprattutto nessuna attitudine a governare due città importanti.
La loro è stata una fine ingloriosa ma inevitabile per il bene, questo sì, di due comunità laboriose che meritavano più rispetto e più lavoro per gli interessi generali.
Adesso che la parola è ripassata agli elettori, vedremo tra meno di dieci mesi il cittadino a chi affibbierà il torto o la ragione (nella speranza che questi vadano ancora a votare).
Gina Cetrone