“Noi parroci e viceparroci a servizio delle
comunità cristiane della città di Latina (borghi compresi), stimolati anche
dal nostro vescovo mons. Mariano Crociata che, introducendo il seminario ‘Una
lettura sociologica del territorio pontino’ del 3 marzo 2016, chiedeva:
‘Quale contributo credenti e Chiesa possono dare all’edificazione della
città dell’uomo, di una comunità civile attenta al bene di tutti i suoi
membri?’, abbiamo pensato, in un clima di fiducia, di rivolgerci a voi. Dopo
le due ultime consiliature terminate in altrettanti commissariamenti (con
ripercussioni ovviamente negative) vi chiediamo, se eletti, di avere sempre a
cuore alcune disposizioni interiori che riteniamo molto importanti”. Così,
riferisce la nota, in una lettera dei parroci e viceparroci della Forania di
Latina. “Una grande passione per la città: crediamo che non poche
conseguenze positive derivino da questo aspetto – continua – (dall’attenzione
alla cultura, che qualifica la vita di una comunità, allo sviluppo del
turismo; dalla sofferenza per l’isolamento della città rispetto alla
grandi vie di comunicazione alla preoccupazione per le fasce più deboli
della popolazione (compreso il carcere); dal tormento per l’avvenire poco
roseo di tanti giovani alla elevazione del senso civico comune;
dall’abbandono di sogni che sperperano solo denaro pubblico, e rimangono
sogni, all’interesse per i particolari anche estetici dei quartieri; dal non
continuare il disordine edilizio alla cura del manto stradale della maggior
parte delle strade e alla pulizia del verde pubblico e dei marciapiedi
ecc….). Un amministratore che ama tanto la sua città vede subito quello
che non va e soffre finché le cose non migliorano”. “Una grande passione per
la legalità, che comporta il non avere nessun legame con il mondo della
criminalità, né subire alcun condizionamento da parte di nessuna lobby. Le
cronache della stampa locale pongono, a questo proposito, serie riflessioni.
Si vive una vita serena quando si sta bene con la propria coscienza, costi
quello che costi. Si vive male invece quando non si è a posto innanzitutto
con se stessi, sapendo che, prima o poi, i nodi vengono al pettine. Una
grande passione per l’impegno comune per le cause comuni. Quando è chiaro
che si tratta del bene della collettività – prosegue -, tutti insieme,
appartenenti a qualsiasi gruppo o schieramento, senza cedere alle sirene dei
personalismi, si impegnano per lo stesso fine, indipendentemente da chi ha
fatto le proposte o da chi le porta avanti. Bisogna essere tutti impegnati
per il bene della città, senza il tarlo del protagonismo. La mancanza della
capacità di battersi insieme, riteniamo sia il cancro peggiore di questa
città”. “È possibile dire e dimostrare, con il papa Paolo VI, che ‘La
politica è la forma più alta della carità’. La storia lo testimonia.
Rimanendo disponibili, per un dialogo reciproco, insieme alla nostra gente,
dopo la tornata elettorale, nel pieno rispetto delle rispettive competenze,
desideriamo, poiché ci prendiamo cura alla fine delle stesse persone,
restare con voi distinti, ma non distanti. Di cuore auguriamo: buon lavoro”,
conclude la lettera.