Non convince affatto il tentativo di chiarimento da parte dell’Amministrazione di Latina in merito alla vicenda delle progressioni verticali e delle modalità di assunzione che l’Ente sta attuando. Queste non prevedono il ricorso alla mobilità e attingono direttamente alle graduatorie disponibili presso altri Comuni come dimostrato da una serie di determinazioni. Il tutto, come sottolineato anche dalla consigliera Nicoletta Zuliani, attraverso modalità illegittime perché, secondo la legge, prima si deve passare per la mobilità obbligatoria, poi per quella volontaria, istituti obbligatori non mere discrezionalità/preferenze dell’Amministrazione, infine si utilizzano graduatorie di altri Enti previa determinazione di criteri stabiliti nel proprio Regolamento. L’attuale Amministrazione, invece, non ha esperito le procedure di mobilità per le categorie C e D, ai sensi degli artt.. 30 comma 2bis e 34 bis del D. Lgs. 30 marzo 2001 n°165 e non ha ancor adottato alcun Regolamento per l’individuazione dei criteri di scelta per attingere personale da altre graduatorie, e mentre la Giurisprudenza amministrativa ha ancora oggi orientamenti contrapposti, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n°12559/2017 ha chiuso definitivamente il discorso precisando che la mobilità è un obbligo per la P.A. pena la nullità in caso di adozione di provvedimenti diversi.
Il Segretario Generale della UGL LAZIO Armando Valiani torna a chiedere un atteggiamento di legittimità, imparzialità e trasparenza sugli atti adottati dall’Ente, argomento che, peraltro, è tornato di attualità con la pubblicazione all’albo pretorio delle recenti assunzioni, ma soprattutto per la mancata valorizzazione del personale all’ interno dell’ente con le progressioni verticali: “Facile – sottolinea Valiani – scaricare l’immobilismo di questo ente sulle precedenti amministrazioni “che avrebbero impedito all’attuale di esprimere appieno la propria politica in materia. Non può il Comune, con una banale nota, sottolineare come questo percorso sia stato condiviso con terzi soggetti nelle vari commissioni, quando invece andavano chiariti altri aspetti, come l’organizzazione nella pubblica Amministrazione, la mobilità o il concorso prima dello scorrimento da altri comuni. Esigenze di imparzialità impongono all’Ente di dotarsi di un proprio Regolamento che dovrà prevedere l’utilizzo delle graduatorie di altri Enti e fissare criteri di scelta dell’Ente con cui sottoscrivere Accordi o Convenzioni, rispettando il principio dell’imparzialità del proprio agire ed evitare scelte discrezionali che potrebbero invalidare le procedure. Siamo certi che l’Ente potrà chiarire le scelte assunzionali finora operate non solo a noi O.S. ma soprattutto ai dipendenti che hanno creduto nel cambiamento e invece oggi si ritrovano sulle loro spalle gli stessi problemi generati dalle amministrazioni precedenti”.