Si sono appena concluse le assemblee degli Informatori Scientifici del Farmaco della Pfizer Italia srl organizzate dalle Segreterie Provinciali di Latina di Filctem Cgil- Femca Cisl-Uilcem Uil-Ugl Chimici, dopo che lo scorso 22 marzo la multinazionale americana aveva annunciato l’apertura di una procedura di mobilità per 192 Informatori. Un primo incontro tra le OO.SS., la rsu ed i vertici aziendali è servito a mettere sul tavolo della discussione le motivazioni che hanno spinto l’azienda ad aprire la procedura di mobilità e che si ripetono ogni qualvolta una società farmaceutica dichiara una crisi: scadenze di brevetti, contenimenti di costi, drastico taglio delle spese da parte del Sistema Sanitario Nazionale, necessità di riorganizzare la propria struttura, fatturato pro capite basso. Il sindacato dal canto suo ha richiesto di ridurre i numeri della procedura, spalmare gli esuberi su tutte le Business Unit e prendere in considerazione forme di ammortizzatori sociali alternativi alla mobilità. Le parti si sono aggiornate al prossimo 15 aprile per permettere lo svolgimento delle assemblee dei lavoratori che si sono tenute il 3 aprile a Bologna e quest’oggi a Napoli. Nel corso di questi incontri è stato fatto il punto della situazione ed ascoltato quanto i lavoratori avevano da proporre su di una vertenza che abbraccia l’intero territorio nazionale, poichè gli ISF operano praticamente in ogni regione italiana. Una situazione che si annuncia complicata e che colpirà in modo pesantissimo questo settore della società, considerando che i 192 esuberi annunciati rappresentano oltre il 70% del personale abitualmente impiegato. E’ stato dichiarato lo stato di agitazione, ed i lavoratori si sono detti pronti a supportare le azioni che la rsu e le segreterie provinciali intenderanno intraprendere affinchè la vertenza trovi sbocchi accettabili per tutti.
Questa di Pfizer è l’ultima procedura di mobilità in ordine di tempo che si è aperta, e segue di poco quelle che hanno già colpito quest’anno altri gruppi importanti quali la Bracco con 111 esuberi dichiarati o la Bristol Myers Squibb con 246 addetti, ma anche entità più piccole come Rottapharm con 34 persone, la Pharmantis e la Takeda con 35. Anche Janssen fa la sua parte dichiarando, a fine marzo, l’intenzione di licenziare 41 informatori. Un elenco lunghissimo che negli ultimi cinque anni ci parla di oltre 7000 posti di lavoro persi tra gli ISF che continuano a pagare un durissimo prezzo alla crisi che ha investito la farmaceutica.
“Oggi diventa sempre più complicato gestire la vertenza di questi lavoratori a livello aziendale poichè le criticità di questo settore coinvolgono attori e situazioni molto più complesse ad impatto nazionale” afferma Roberto Cecere Segretario Provinciale della Femca Cisl di Latina” E’ quindi necessario che la categoria serri ancor di più le fila e dia vita ad iniziative di mobilitazione capaci di calamitare l’attenzione delle loro vertenze facendole uscire dai vari ambiti territoriali. Creare una sinergia con i livelli nazionali del sindacato aiuterebbe ad individuare una soluzione anche coinvolgendo Farmindustria e le Istituzioni con iniziative volte ad un recupero di queste professionalità. Come Femca Cisl riteniamo che il settore farmaceutico sia fondamentale per la crescita e l’occupazione qualificata del nostro Paese e proprio per questo stiamo chiedendo al Governo misure a sostegno di una politica industriale per il suo rilancio che si basi su ricerca ed innovazione, su investimenti, sulla valorizzazione dei brevetti, ma anche su un sistema normativo che riconosca il valore industriale del comparto farmaceutico. Ed in questo gioca un ruolo decisivo la figura dell’ISF per il ruolo di informazione scientifica, professionalità e garanzia della tutela della salute dei cittadini.”