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Latina. Più investimenti per le strade pontine. Parola di Medici

scritto da Redazione
Latina. Più investimenti per le strade pontine. Parola di Medici

Occorre rilanciare un piano degli investimenti su strade, ponti e gallerie in gestione alle Province, per assicurare ai cittadini strade sicure e una rete di infrastrutture in grado di supportare il traffico privato e il trasporto di merci.

La richiesta è stata avanzata dal rappresentante dell’Unione delle Province d’Italia, Carlo Medici, Presidente della Provincia di Latina, nel suo intervento in audizione alla Commissione trasporti della Camera dei Deputati, sulle modifiche il codice della strada.

«La sicurezza stradale – ha ricordato Carlo Medici – non passa solo dalle norme del codice stradale: le condizioni della rete stradale sono essenziali. Purtroppo, a causa dei tagli ingiustificati ai servizi delle Province imposti a partire dal 2015, la possibilità di assicurare la manutenzione ordinaria sulle strade provinciali è stata fortemente compromessa».

«Alle Province, insieme alle Città metropolitane – ha sottolineato il presidente della provincia di Latina – è assegnata la gestione, manutenzione e messa in sicurezza di 132 mila chilometri di strade, ovvero l’80% della rete viaria nazionale, di cui 38 mila sono strade montane, il 30%, su cui insistono almeno 30.000 ponti, viadotti e gallerie». Secondo una ricerca dell’Università di Tor Vergata, in media il fabbisogno standard per la manutenzione ordinaria delle strade provinciali è di 13.000 euro a km per un totale annuo di 1,7 miliardi. Per la manutenzione straordinaria invece il fabbisogno standard individuato è di 33.000 euro a km. per un totale di 4,4 miliardi. Attualmente la disponibilità reale per la manutenzione ordinaria è di 455 milioni l’anno, mentre per gli investimenti abbiamo a disposizione 1,6 miliardi in sei anni. Per contro, ANAS per i suoi 20 mila chilometri di strada (contratto di gestione 2016/20) dispone di 29,5 miliardi.

«È evidente che la distanza tra le due cifre a disposizione non è giustificabile», ha concluso Carlo Medici.

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