Prove di smarcamento da parte di Giorgio Ialongo dal dominio politico del senatore Fazzone. Sempre sotto il segno del tricolore. E sì, perchè l’adunata di Giorgio Ialongo, consigliere comunale forzista, presso l’Hotel Europa a Latina ha tutto il profumo di uno smarcamento a uomo nei confronti del deus del partito locale (e regionale), cioè il senatore Claudio Fazzone. L’assemblea territoriale chiamata da Ialongo è vero che ha posto l’accento su due aspetti fondamentali, cioè il rivendicare la forza del g-locale rispetto al globale (leggi Regione Lazio, intesa come istituzione), cercando di raccordare quei fili ormai consunti e sfilacciati di una battaglia iniziata qualche anno da parte di Armando Cusani, allora presidente della Provincia di Latina, che s’era opposto al decreto Delrio sulla chiusura dei quegli enti importantissimi perché agivano da frontiera e raccordo con gli enti sovraprovinciali. Fu una lotta inascoltata, giocata al limite dei voltafaccia e dei tradimenti anche in seno all’Upi, in nome di una scelta calata dall’altissimo per emarginare sempre più le periferie rispetto ai governi centrali (Europa inclusa). Se è vero, come è vero, che siamo figli di questo cielo e siamo sempre più proiettati verso una società multietnica e multiculturale, è altrettanto palese però che le criticità delle periferie necessitano di soluzioni oltre che di portavoci in loco, soluzioni che possono essere date solo dai ras locali poiché conoscono bene le problematiche. Una banalità, se vogliamo, ma la politica egli ultimi periodi ci ha abituati a scelte incomprensibili, talvolta non dovute alle nomine volute dal popolo. E da qui l’altra lotta (ma quella di Ialongo), che è quella di ridare dignità all’ente Provincia con le elezioni dirette dei consiglieri, chiamati guarda un po’ a un tagliando di governo tra tre settimane. Beh, sì, consigliere Ialongo, ha ragione: le lotte si fanno soprattutto per i territori dove si opera. E chissà che il coraggio di sfidare il ras provinciale e regionale Fazzone non la premi per rivendicare quello che ha a cuore, Latina, considerata per fini giochi politici dal senatore forzista una inutile e complessa propaggine del territorio pontino.