Sul bando per la raccolta degli abiti usati il consigliere di Fratelli d’Italia, Andrea Marchiella, ha presentato una querela auspicando l’apertura di un’inchiesta.
Nei giorni scorsi era stato presentato un esposto all’Azienda Beni Comuni, al Comune e alla Prefettura di Latina, esprimendo perplessità su alcuni passaggi della procedura negoziata indetta da Abc. Ora, secondo il consigliere, sarebbero emersi altri dettagli controversi. Per questo Marchiella si è rivolto alla Procura di Latina e alle forze dell’ordine.
“Quanto ho appreso negli ultimi giorni – ha spiegato il consigliere FdI – mi fa seriamente dubitare dei principi di legalità e trasparenza sventolati ai quattro venti da Latina Bene Comune e dal sindaco Coletta. Qui di trasparente non c’è nulla, tanto che basterà leggere le carte per annullare la gara. Per tali motivi questa mattina ho presentato un atto di querela alla Procura di Latina, ai Carabinieri, alla Questura, alla Guardia di Finanza e all’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Spero che questa mia iniziativa porti all’apertura di un’indagine, per fare chiarezza su tanti, troppi lati oscuri. Ho appreso nuovi allarmanti dettagli non solo con le mie ricerche ma anche dalle ditte escluse dalla gara, subito mobilitatesi per contattarmi dopo aver saputo del mio esposto”.
“Dalla documentazione acquisita con la richiesta di accesso agli atti – ha spiegato – emerge una prima, inspiegabile anomalia: una delle ditte si è autoinvitata alla gara, pur non figurando tra quelle selezionate e invitate dal Comune. Questa non è una semplice formalità ma un’evidente e grave violazione dell’iter previsto per una procedura negoziata. Un altro aspetto controverso riguarda l’elenco dei requisiti richiesti per partecipare al bando: le ditte selezionate devono aver prestato un servizio a regola d’arte per un Comune di almeno 30mila abitanti. Non sarà un dato del curriculum troppo limitato per chi si offre di gestire un servizio in una città abitata da oltre 125mila persone? Sempre a proposito di requisiti, infine, il bando pretende che le aziende partecipanti non abbiamo commesso gravi violazioni secondo la Legislazione italiana: a me risulta che il Comune abbia escluso ditte del tutto “immacolate”, preferendo invece altre che hanno avuto problemi con i Tribunali, non ultima una cooperativa al centro di indagini per un traffico di rifiuti speciali riguardante la Capitale e molti altri centri, compresa la vicina Frosinone. Questo breve elenco è solo un’anticipazione delle forzature e degli strani passaggi del bando ma per il bene di Latina mi auguro che si faccia luce su ogni aspetto e si restituisca alla vicenda quella trasparenza che Coletta ha usato solo come facile slogan e niente altro”.