“La decisione di Forza Italia di sfiduciare il sindaco di Latina è stato un atto dovuto nei confronti della città. Credo fermamente che l’agire dei consiglieri comunali abbia dimostrato come, nonostante le tante polemiche e strumentalizzazioni, il gruppo di Latina sia stato autonomo e consequenziale ad un malessere e ad una impossibilità a governare con serietà il Comune capoluogo. Né è prova evidente il fatto che il gruppo di Latina, consiglieri ed assessori, non si è piegato a nessuna pressione venuta dall’esterno ma ha proseguito su un percorso, quello della sfiducia, iniziato ormai da oltre sei mesi. I burattini ed i burattinai sono coloro che sino all’ultimo momento hanno sperato nella chiamata della salvezza, chi con supponenza sperava che le scelte potessero essere pilotate da fuori Latina. Hanno tacciato Forza Italia di golpe e pugnalate alla schiena. Ci hanno dato dei traditori. Peccato che a farlo siano stati proprio quelli che negli ultimi venti anni hanno preso solo dal nostro partito per poi voltargli le spalle. Lo hanno fatto coloro che, sindaco compreso, erano stati eletti grazie a Forza Italia. Lo hanno fatto quelli che hanno preferito non ammettere che con lealtà e rigore Forza Italia ha deciso di discutere la mozione in consiglio, all’interno di una istituzione democraticamente eletta, perché hanno optato per il confronto. Confronto che il sindaco Di Giorgi ha sempre negato, negando prima di tutto che le responsabilità delle sconfitte sono sempre in capo a chi ha ruoli di guida. Di Giorgi non può demandare ad altri le colpe, facendolo esplicita la sua più grande “colpa”, quella di non essere un leader. A me piace il ciclismo, mi piace la squadra, ma davanti ci deve essere uno che è riconosciuto da tutti come il migliore, nessun gregario sconforta Coppi, ma ogni componente della squadra mette bocca davanti ad un capitano che non pedala ma sta sulla ammiraglia e dichiara “sto faticando con voi”. Ha giocato con la sua stessa immagine annunciando ritirate che non producevano movimento, ha ingaggiato Prefetti e poliziotti per mostrare medaglie di moralismo che, evidentemente, senza quelle “patacche” non c’era. Di Giorgi non è il fallimento di una politica ma è l’epilogo di un vuoto. Il capo assume responsabilità non cerca attenuanti. Ha iniziato con citazioni da aforismi su internet, ha chiuso con Don Luigi Sturzo. Io sono nato democratico e a Di Giorgi che afferma che la sfiducia ad un sindaco è una scelta che “nega ossigeno alla libertà” rispondo che la libertà è “dei liberi e forti”, e la libertà, lui non lo sa, non è essere d’accordo con lui ma coerenti con la propria coscienza. I consiglieri e gli assessori di Forza Italia a Latina sono stati “liberi e forti” perché la loro coscienza era per chiudere il niente di Di Giorgi. Siamo stati leali alla nostra coscienza quanto lui non è stato leale con la verità. Senza rimpianti, noi siano diversi da lui, noi siamo i “liberi e forti” di Don Luigi Sturzo quello che diede una casa politica all’Italia democratica, libera e civile quando altri amavano i dittatori. Oggi nessuno canta vittoria. Oggi nessuno sta festeggiando quella che resta una sconfitta per tutti. Ma quanto accaduto, siamo certi con la condivisione di gran parte dei cittadini di Latina, non fermerà l’agire politico di Forza Italia tra le persone, ascoltando le loro esigenze e cercando con loro le soluzioni. Oggi per noi riprende un cammino nella certezza di aver agito per il bene della città e nella consapevolezza che siamo stati coerenti con i nostri valori. Saranno i cittadini a giudicare il nostro agire e non gli anatemi che l’ex sindaco di Latina ha lanciato su di noi nei pochi istanti in cui si è degnato di stare in aula”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone.