Prossimamente i cittadini di Latina dovranno decidere del loro futuro. Dovranno scegliere se far rimanere la città in cui vivono nel cono d’ombra in cui è stata gettata in questi ultimi anni, o darle un’opportunità e farla tornare una grande interprete, anche in vista dell’importante appuntamento del centenario.
Noi di Voler Bene a Latina pensiamo che l’appuntamento autunnale a cui saremo chiamati non sarà solo un ratificare o confermare o convalidare quello che già c’è, ma piuttosto l’occasione per iniziare un nuovo percorso che porti la nostra città al posto che le spetta di diritto e farle svolgere un ruolo guida nella scelta dei processi gestionali di stretta attualità.
Latina deve ridiventare protagonista. Si, protagonista. Concetto importante e vitale che si è un po’ appannato in questi anni per responsabilità di vari partiti politici.
Come puoi vivere in questa città se non la ami?
Noi, con tutte le nostre sensibilità, diverse e differenziate, vogliamo costruire un progetto e condividerlo con chi ha voglia di fare e impegnarsi nel cambiamento. Per questo chiediamo a tutti i soggetti politici, non solo civici, a tutte le associazioni e al mondo del volontariato di lavorare insieme per far tornare la nostra città l’importante protagonista di questa Regione.
Viviamo purtroppo in una città che non agisce e non reagisce e dove l’attività politica, fatta di scambio di idee, di passione e anche di discorsi approfonditi, è silente. E’ spenta. E’ inesistente.
Registriamo un’incredibile inerzia mentale.
Eppure, siamo alla vigilia di un importante appuntamento di rilancio nazionale e locale, che grazie al Recovery Plan PNRR potrebbe arricchire e cambiare il nostro futuro.
Eppure il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel presentarlo in Parlamento, ha detto che saranno le amministrazioni “ responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme”.
Tutto tace.
La domanda che ci facciamo allora è: ma la nostra città è pronta ad accettare questa importante e vitale sfida? O si farà trovare impreparata, come più volte in passato, perdendo risorse esistenziali che avrebbero attivato un profondo cambiamento?
Vogliamo concludere facendo nostre le parole del Presidente Draghi, che sempre in quel contesto, citando De Gasperi ha detto: “ll funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune”.
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