venerdì 22 Novembre 2024,

Provincia di Latina

Ξ Commenta la notizia

Latina, un territorio, ieri di centrali nucleari, oggi a biogas

scritto da Redazione
Latina, un territorio, ieri di centrali nucleari, oggi a biogas
Sembra che stia per per partire una nuova centrale a biogas nel comune di Latina via della Cava in località La Chiesuola (tra Borgo Piave e Borgo Podgora) dopo quella di Borgo Bainsizza.
La centrale modello a biogas (per la provincia di Latina e Legambiente unite nella promozione commerciale per queste centrali con grossi problemi di funzionamento, sicurezza e inquinamento) di Borgo Bainsizza dopo le varie diffide e inadempimenti in materia sanitaria e di sicurezza antincendio non rispetta, secondo l’ArpaLazio Latina la qualità prevista per legge di emissioni e scarichi.
Infatti, nonostante il solito silenzio delle istituzioni quando si tratta di informare i cittadini sul problema sanitario, non informa sulle analisi.
Ci ha pensato il consigliere regionale del M5S Gaia Pernarella lunedì scorso durante l’osservatorio della legalità a Borgo Bainsizza.
I prelievi degli scarichi delle acque reflue in data 6/2/2012 non rispettano i parametri COD, BOD, solidi sospesi totali e azoto ammoniacale, è seguito il verbale di accertamento di violazione del 12/3/2012 ai sensi del comma 1 dell’art. 133 del D.Lgs. 152/2006.
Le emissioni in atmosfera sui campioni del 14/08/12 evidenziano il superamento del parametro COT carbonio organico totale rispetto alle prescrizioni nell’autorizzazione.
In data 22/10/2013 i campionamenti delle acque reflue di scarico non rispettano i parametri di BOD, COD e azoto ammoniacale.
In data 21 novembre 2013 viene inviato il verbale per accertamento di violazione, proponendo la sanzione disposta dal comma 1 dell’art. 135 del D. Lgs. 152/2006.
In data 17/12/2013 l’ArpaLazio comunica che invierà alla Procura di Latina gli atti relativi alle inosservanze delle prescrizioni di cui all’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Latina, in seguito alla visita di sopralluogo del 29/11/2013. Durante il sopralluogo non è stato possibile procedere al campionamento per l’impossibilità di accedere al punto di campionamento, in quanto il mezzo di sollevamento che la ditta esercente l’impianto doveva mettere a disposizione per i campionamenti, era in fase di manutenzione. I tecnici che effettuano il sopralluogo rilevano la necessità di migliorare la gestione delle acque meteoriche ricadenti sul suolo non impermeabilizzato, per evitare il ristagno e i problemi di emissioni odorigene moleste.
Viene da chiedersi se, per la centrale modello (con la partecipazione di Legambiente e la promozione della provincia di Latina) tutti i rilievi e gli esami confermano il mancato rispetto delle emissioni e degli scarichi, considerato che dai soggetti e dai progettisti proponenti ci viene detto che si tratta dello stesso impianto fotocopia, quali siano le condizioni di funzionamento, se rispettano norme di legge e prescrizioni oppure se tutte hanno lo stesso problema. Considerata la difficoltà con la quale si può accedere ai dati di controllo, considerato il gran numero di questo tipo di centrali (oltre 40 autorizzate dalla Provincia di Latina spesso con errori come già fatto notare) che adesso sorgeranno come funghi, senza autorizzazioni e controlli preventivi con la PAS, vista la forte liberalizzazione concessa dalla regione Lazio, contrariamente ad altre regioni cosa succederà nella provincia di Latina? senza contare quello che le cronache locali riconducono a minacce interne alle aziende beneficate dalle centrali a biogas nella piana di Farneto. Ormai siamo circondati da queste centrali, l’allora assessore provinciale all’ambiente affermava pubblicamente che sono fortemente preoccupati dall’informazione libera sui danni della centrali a biogas, perchè noi ne dobbiamo costruire parecchie in provincia di Latina. Eppure da fonti scientifiche, dalle cronache, dalle indagini, sono tanti i pericoli che derivano dalle centrali a biogas ai terreni resi sterili dal digestato, all’inquinamento delle falde, alle emissioni in atmosfera, ai danni sia alle piantagioni, animali e all’uomo derivanti dagli effetti del biogas e e del digestatato. Effetti che ovviamente i fautori del biogas contestano solo in modo generico, senza entrare nel merito, quindi confermando dati e timori scientifici. Senza contare il sequestro di tangenti ad uno dei principali fautori del biogas a Maenza, Sabaudia, Pontinia e Pontinia proprio per far costruire le centrali a biogas. C’è il pericolo che anche per il biogas tra 5-10-20 anni si scoprirà, come per il sistema malato, corrotto della gestione sbagliata del ciclo dei rifiuti che dalla provincia di Latina è stato esportato in quello di Caserta, Isernia e poi in quasi tutta l’Italia che avevano ragione chi metteva in guardia. Con decenni di ritardo e con tanto dolore che poteva essere evitato. Don Patriciello si chiede se gli enti, le istituzioni, i politici siano ignavi o complici…
Giorgio Libralato

Rispondi alla discussione

Facebook