«Quanto successo oggi in commissione Urbanistica è l’ennesimo saggio di sciatteria nella gestione di questo corso amministrativo da parte della maggioranza, nonché la prova conclamata delle frizioni interne alla compagine di centrodestra, soprattutto sui temi legati all’urbanistica». Si esprimono così le forze di opposizione dopo la seduta odierna della commissione presieduta da Roberto Belvisi.
«La commissione – raccontano i consiglieri presenti, Dario Bellini (Lbc), Leonardo Majocchi (Pd) e Nazzareno Ranaldi (Per Latina 2032) – è stata aperta e subito sospesa con i rappresentati della maggioranza che hanno lasciato la sala per una riunione durata un’ora e mezza. Si ripete questo modo di fare irriguardoso non solo nei confronti degli esponenti di minoranza, ma anche e in particolare del dirigente e dei funzionari degli uffici, per i quali il tempo è prezioso considerata la nota carenza di organico per l’Ente».
All’odg della seduta c’era il vaglio delle modifiche al Regolamento per l’Edilizia Residenziale Pubblica con approvazione della relativa delibera. «Un atto importante che, al rientro dei commissari di maggioranza, – sottolineano i consiglieri – non è stato possibile votare per mancanza dei preliminari pareri tecnici. È già successo anche questo, si portano in commissione delibere prive degli allegati necessari alla trattazione e approvazione. Peggio, si convocano già sapendo di essere sprovvisti di tali pareri. Con senso di responsabilità abbiamo aspettato per oltre un’ora il ritorno in sala della maggioranza, ma la riunione si è risolta in mezz’ora e soprattutto in un altro nulla di fatto».
«Abbiamo avuto prova anche oggi – concludono – della conduzione frettolosa e approssimativa del presidente Belvisi, un approccio inaccettabile a fronte di un tema tanto delicato quale è l’urbanistica. Questa maggioranza persevera a distinguersi con una gestione proprietaria delle istituzioni confondendo la discrezionalità di riunioni politiche con la collegialità di un’assise aperta a tutte le forze di rappresentanza. La reiterata necessità di sospendere le sedute per improvvisare una riunione di maggioranza attesta l’esistenza di una spaccatura tra le anime della coalizione di centrodestra. Non è certo un segnale incoraggiante».
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