venerdì 22 Novembre 2024,

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Latina verso le elezioni comunali

scritto da Redazione
Latina verso le elezioni comunali

A Latina la Mafia non spara

 “A Latina la mafia non spara. Prende accordi con il mondo affaristico. Acquista le persone, i voti, i palazzi. La flessione dei reati riconducibili alle azioni della microcriminalità (197 rapine rispetto alle 214 dell’anno prima, 11.182 furti contro gli 11.919 precedenti) non evochi entusiasmi facili.  I sistemi mafiosi si sono adeguati ai tempi. Le sparatorie, gli attentati incendiari, le esecuzioni, tanto frequenti negli primi anni Novanta a Latina, oggi provocano troppo rumore. La cosiddetta “quinta mafia”, quella che si nutre di business più che di pistole, è silente e rende di più. L’audizione del prefetto di Latina Pierluigi Faloni, ascoltato dalla commissione parlamentare antimafia, conferma il dato e riporta a galla una realtà conclamata sulla quale s’impone una presa di coscienza corale. L’infiltrazione mafiosa legata alle connessioni tra Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita e mondo degli affari si è radicata nel territorio pontino ormai in maniera salda. La provincia in cui viviamo è stata oggetto di evidenti suddivisioni geografiche ed economiche. Suddivisioni che equivalgono a spartizioni di potere. Gli ambiti economici legati alle costruzioni, agli appalti, al commercio all’ingrosso, alle attività turistico-balneari, persino alle Pompe Funebri risultano seriamente lambiti da interessi mafiosi. La politica dovrebbe dare risposte ai cittadini di Latina anche su queste realtà. A cosa mi riferisco? Mi riferisco al numero delle attività commerciali aperte e chiuse nel giro di pochi mesi nel capoluogo pontino, ai cognomi noti nel mondo camorristico napoletano che hanno avviano fiorenti attività edilizie in città, alla comparsa di personaggi usciti dal cappello di un prestigiatore, gente con capitali di origine ignota che nel giro di pochi anni ha acquisito un potere all’interno della società locale. La “nuova” mafia ha bisogno dei politici, si nutre di essi e li nutre, in qualche caso li partorisce. Quando Latina Bene Comune tenta l’azione innovativa parlando di trasparenza (un termine preso in prestito dagli outsider di tutti i tempi) da inseguire come impegno verso gli elettori, io non penso ad azioni amministrative di cui rendere edotti i cittadini. Io penso alla parte sana della politica che deve agire senza indugi verso quella malata. Il cittadino non vuole essere informato. Il cittadino preferisce non essere fregato, dai politici”.

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Bainsizza: un Borgo in ginocchio.

“Ci stanno prendendo per sfinimento”, scriveva una abitante di Bainsizza su Facebook, quando ancora la si poteva prendere sul ridere. Era il quarto giorno di mancato servizio idrico. Il 2 Maggio, una comunicazione segnalava un guasto alla centrale di Carano Giannotola, con ripristino previsto entro le ore 22:00 dello stesso giorno. Cosa che non è stata, mentre l’incubo si palesava: era già il secondo giorno che il Borgo riversava in totale assenza di acqua. Solo dopo le proteste degli abitanti, un’autobotte è stata posizionata in piazza. Ma non risolve i problemi quotidiani in cui si incorre, dal non potersi lavare al non potere fare la lavatrice. Un’erogazione minima, quasi ridicola, di acqua è stata rilasciata a oltre 24 ore dal disservizio, appena sufficiente per lavarsi le mani. “Non sappiamo quando il servizio sarà ripristinato”, è stata la risposta ricevuta, a seguito di più telefonate al numero verde di Acqualatina. “Mia sorella è stata costretta a prelevare i bambini dall’asilo e tenerli a casa”; “Ho dovuto mandare i pazienti a casa per il week-end”, sottolinea una responsabile della struttura residenziale psichiatrica Agorà Salus, di Castelverde, come vessa nelle stesse condizioni l’alloggio per anziani Villa Andreina. Ad oggi, giorno in cui è stato assicurato il reintegro totale del servizio, la pressione è ancora sotto la norma, e molti abitanti di Bainsizza sono al nono giorno di totale assenza di acqua. “Siamo sempre gli ultimi per tutto”; “Questo Borgo è un mondo a parte, in negativo”; “Siamo stanchi, la linea idrica di Carano è vetusta e lavori di manutenzione avrebbero dovuto essere eseguiti anni addietro”, sottolineano presso il bar del centro. La rabbia, la frustrazione e la volontà dei cittadini colpiti di intraprendere una class action, contro l’ente di erogazione del servizio, è comprensibile e condividibile. Per quanto ancora Borgo Bainsizza dovrà essere l’ultima ruota del carro di un sistema già zoppicante?

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