Sapevate che per produrre un panino con hamburger occorrono circa 1000 litri d’acqua? Sembra impossibile, invece è un dato realmente allarmante. Soprattutto perché nel 2050, quando la popolazione mondiale salirà a 9 miliardi, solo l’agricoltura avrà bisogno di ulteriori 1000 chilometri cubi d’acqua, pari a 20 volte il fiume Nilo. L’agricoltura è l’attività umana capace di nutrirci, per cui occorre elaborare nuovi sistemi estremamente sostenibili. È il contributo che vuole fornire la startup “Dom Terry International” con il progetto “Water Supply Biotech”, innovativo perché riduce il consumo di acqua nell’agricoltura, nell’irrigazione, ma soprattutto recupera gli sprechi e cattura l’umidità della notte, trattenendola vicino alla litosfera. Una notizia particolarmente interessante per i paesi desertici, in cui grande è la richiesta di drenaggio di terreni troppo secchi per risultare produttivi.
La tecnologia, che gode di brevetto internazionale, sarà presentata ufficialmente alla quarta edizione di “Seeds &Chips”, il più grande evento di innovazione nella filiera agroalimentare che si terrà a Milano dal 7 al 10 maggio. “Water Supply Biotech” risponde alla call “Water First!” il cui obiettivo è trovare le migliori soluzioni alle sfide legate all’utilizzo dell’acqua: è stata selezionata tra i migliori 30 progetti internazionali da una giuria di importanti advisor scientifici del summit come l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), oltre a partners ed esperti di food innovation. A “Seeds & Chips” il progetto della “Dom Terry International” avrà uno spazio all’interno della Fiera, evento cui parteciperanno, tra gli altri, Howard Schultz, fondatore di Starbucks, e John Kerry, Segretario di stato USA (lo scorso anno era presente Obama).
«Sono trent’anni che lavoro a questi temi – spiega Domenico Terenzio, ricercatore e general manager della “Dom Terry International” – ma mai come oggi il problema s’è fatto urgente e riguarda ciascuno di noi. Essere al “Seeds & Chips” rappresenta un riconoscimento importante per un’azienda come la nostra che opera nel settore delle biotecnologie innovative per l’agricoltura di precisione, razionale e a bassissimo impatto ambientale. Siamo orgogliosi di questo traguardo, ma anche di un altro passo che unisce il nostro impegno globale alla nostra attenzione “locale”. Dal primo maggio, infatti, la “Dom Terry International” che oggi ha sede a Milano e La Spezia, aprirà un ufficio anche nel Lazio, a Fondi, che oltre a essere il luogo in cui sono nato è uno snodo europeo cruciale per l’agroalimentare. Speriamo che la nostra mossa abbia positivo riscontro anche tra le istituzioni: daremo supporto a chi, in modo serio e professionale, vuole affacciarsi in uno scenario internazionale della ricerca nei settori in cui operiamo».
Roberta Colazingari