“Si parla poco di lavoro – ha detto Pierpaolo Bombardieri – Eppure oltre quattro milioni di persone in Italia vivono con un reddito annuo lordo sotto i 12 mila euro: questo è lavoro povero, queste sono persone che rinunciano anche a una visita sanitaria di prevenzione perché non hanno risorse per pagare il ticket e men che meno di permettersi un controllo dal privato”.
“Basse retribuzioni – ha aggiunto Alberto Civica, Segretario generale della Uil del Lazio – significa aumento delle disuguaglianze. Nella nostra regione infatti i dati Inps relativi al periodo dal 2016 al 2021 evidenziano come, a fronte di un complessivo incremento di 130 mila lavoratori del settore privato, si sia registrata una vera e propria impennata (+30% in cinque anni) di lavoratori che percepiscono compensi inferiori a 5 mila euro annui e un consistente incremento di quelli tra 5 mila e 10 mila euro: ciò significa che i lavoratori dipendenti con retribuzioni inferiori a 10 mila euro nel Lazio arrivano a rappresentare un terzo del totale (33,0%), contro il 29,5% del 2016”.
“Resta ai margini del dibattito politico anche la condizione delle donne – prosegue Anita Tarquini, Segretaria generale della Uil di Frosinone – Un nostro recente studio ha evidenziato un gender play gap allarmante. Tanto per citare il dato nel 2021 le lavoratrici del settore privato hanno guadagnato quasi ottomila euro in meno dei colleghi uomini”.
Il sindacato ha l’obbligo di condizionare il governo a fare scelte rispettose delle persone che rappresenta, ascoltando e condividendo la strategia con lavoratrici e lavoratori. Ed è’ per questo che la Uil attraverso una serie di iniziative, di assemblee, sta dando voce al paese reale perché la sicurezza sul lavoro, la formazione, le politiche salariali, la riduzione delle tasse per lavoratori e pensionati, le politiche sociali sono priorità per costruire un paese diverso, più giusto più equo.
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