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L’Azienda Speciale Terracina in perdita per il secondo anno consecutivo. Spietata e veritiera analisi del consigliere di Europa Verde Subiaco

scritto da Redazione
L’Azienda Speciale Terracina in perdita per il secondo anno consecutivo.  Spietata e veritiera analisi del consigliere di Europa Verde Subiaco

Nella seduta di Consiglio Comunale del 19 gennaio scorso, è stato approvato, con molti mesi di ritardo, e con il voto favorevole della maggioranza (FdI, Lega, FI e lista Giannetti sindaco), contraria tutta la minoranza (Europa Verde, PD, lista Di Tommaso sindaco), il Conto Consuntivo annualità 2022 dell’Azienda Speciale.

Dall’analisi del Conto economico emerge, negli ultimi 3 anni, una progressiva diminuzione del risultato d’esercizio che passa da un utile di 7.848 € del 2020 ad una perdita di 89.609€ nel 2021 e di 307.468€ nel 2022, con il margine (differenza tra valore e costi della produzione) che passa da 7.915 € nel 2020 a -88.992€ nel 2021 e -308.233,18€ nel 2022, Ricavi (Valore della Produzione) che subiscono nel 2022 una riduzione di circa 790.0027,2€ passando da 4.227.308€ nel 2021 a 3.437.281€ nel 2022 ed i Costi che subiscono anche essi una diminuzione di 571.551€ passando da 4.316.300€ nel 2021 a 3.744.749€ nel 2022. Sul fronte dei costi in particolare si registra un aumento dei costi del Personale che passano da 2.237.422,42€ del 2021 a 2.464.636,66€ del 2022 (+227.214,4€).

Complessivamente i contributi ed i trasferimenti corrisposti dal Comune nel 2022 ammontano a 3.244.309,85€, in aumento di 508.389€ rispetto al 2021, quando erano stati di 2.735.920,69€. Il Contributo a carico del Comune di Terracina è pari a 1.550.000€, contributo che viene trasferito in rate mensili.

La Perdita di 307.468€, dell’esercizio 2022, dovuta sostanzialmente a maggiori costi di 163.506,47€ per il pagamento degli arretrati per l’adeguamento al nuovo CCNL Funzioni locali e a 144.598,81€ per accantonamento di svalutazione di crediti a maggiore anzianità nei confronti della Regione Lazio. Perdita che viene coperta con le Riserve iscritte nel Bilancio. Riserve che erano pari a 412.416€ nel 2020, con le quali è stato già ripianata la perdita di 89.609€ del 2021 ed adesso la perdita del 2022, portando queste riserve ad un valore residuale di 15.339€.Dall’analisi del Conto Economico del 2021 si evidenzia anche che la Gestione degli Arenili, affidata dal Comune all’Azienda per il 2021, ha comportato per la stessa un disavanzo di 262.856,39€, determinando sostanzialmente la perdita di 89.609€ dell’esercizio 2021. I dati esaminati, con gli ultimi 2 bilanci in perdita, con le riserve oramai ridotte a poche migliaia di euro, essendo state impiegate per risanare le perdite del 2021 e del 2022, con una situazione creditoria, rappresentata in bilancio, che potrebbe essere molto ottimistica rispetto alla realtà ed una situazione debitoria con molti elementi da chiarire, la situazione, anche per il bilancio 2023 dell’Azienda, sembra essere abbastanza critica, con la prospettiva, per il 2023, di dover registrare un’altra perdita, che in base all’art. 35 dello Statuto dell’Azienda, essendo oramai le riserve all’osso, dovrà essere ripianata dal Comune. Per questo motivo abbiamo sollecitato, in Aula, l’Amministrazione a chiedere immediatamente la situazione contabile dell’Azienda aggiornata al 31/12/2023 senza aspettare il bilancio, in modo da avere contezza del risultato del 2023 in modo da poter valutare subito le azioni correttive da intraprendere. Abbiamo inoltre chiesto all’Amministrazione di avviare una discussione per affrontare alcune questioni che riteniamo cruciali per il futuro dell’Azienda Speciale, come la necessità:

– di rinnovare il CDA nominato dal Commissario, attualmente in prorogatio e con uno dei 3 membri dimissionari;

– di garantire la coerenza degli indirizzi attraverso un maggiore allineamento tra Statuto (obsoleto), Contratto di servizio e Regolamento sul Controllo Analogo, che oggi non si parlano, dando a quest’ultimo una maggiore efficacia;

– di prevedere un adeguamento del contributo di 1.550.000 parametrandolo all’aumento dei prezzi come avviene di norma con i contratti;

– di aumentare la spesa pro/capite per i servizi sociali del nostro Comune, dai dati Istat, abbondantemente sotto la media nazionale e regionale e ben al di sotto del budget che i comuni possono destinare a questa tipologia di spesa;

– di chiarire la questione se all’Azienda sia dovuto un contributo o un corrispettivo e, in tal caso, l’eventuale regime IVA da adottare.

– di rivedere l’attuale modello organizzativo distrettuale (Distretto socio Sanitario LT4 capofila il Comune di Fondi) per garantire ai Comuni maggiori risorse dando concreta attuazione dei Piani Sociali triennali anche attraverso la creazione di un Consorzio tra i Comuni come sta già avvenendo in altri distretti (v.di distretto LT1 capofila il comune di Cisterna), cercando di attuare la Legge Regionale 11/2016 “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali della Regione Lazio”, che recepisce la Legge Quadro Nazionale 328/2000 che va in questa direzione di una maggiore efficienza ed efficacia.

– di adeguare e riqualificare gli spazi, gli ambienti e le strutture nonché le dotazioni per renderle coerenti con la normativa vigente stringente per i servizi erogati, vista la non completa aderenza attuale alle disposizioni normative.

Tutte questioni importanti che vanno affrontate con urgenza ma che non possono prescindere da una rivalutazione del modello di gestione del servizi sociali, attualmente adottato dall’Ente attraverso l’Azienda Speciale, un modello in cui il valore della produzione è sostenuto unicamente dai contributi comunali e dai trasferimenti regionali e che vede la maggior parte dei centri di costo dei servizi erogati avere un margine di contribuzione negativo e con una struttura di costi fortemente condizionata da un costo del personale elevato e costantemente in crescita negli anni, con un organico cresciuto anche per via di vecchie logiche politiche di assunzione. Perchè la domanda che bisogna porsi, è se questo modello ha ancora una sua sostenibilità economica e sociale o se, come sembra, pur garantendo una qualità adeguata in termini di servizi erogati (qualità che necessiterebbe comunque di una raccolta dati più ampia e strutturata con interviste e questionari di soddisfazione degli utenti per tutti i servizi erogati), abbia però raggiunto un livello di costi tale che con ricavi derivanti unicamente da contributi e trasferimenti, non sia più in grado di assicurare un equilibrio economico stabile.

E’ necessario quindi avviare una valutazione politica approfondita e ad affrontare alcune questioni cruciali e non più procrastinabili in prospettiva futura:

– innanzitutto la razionalizzazione dei servizi, facendo in modo che il principale obiettivo dell’azienda si concentri sui servizi sociali e non su servizi vari in base alle esigenze contingenti dell’Amministrazione (v.di la gestione delle spiagge o i servizi di manutenzione), peraltro quasi tutti in perdita;

– poi la razionalizzazione dei costi a partire da quelli del personale, valutando se il personale in termini quantitativi e qualitativi è dimensionato correttamente rispetto ai servizi che l’Azienda deve erogare, tenuto conto anche delle assunzioni fatte in questi anni che hanno portato a gonfiare l’organico;

– analizzare la reale situazione dal punto di vista contrattuale dei dipendenti dell’Azienda alla luce anche di quanto emerso nei giorni scorsi sulla stampa e sui media, facendo chiarezza sui contratti applicati; sui livelli retributivi; sull’allineamento tra mansioni e competenze dei dipendenti; sui criteri di valorizzazione delle competenze e del merito dei dipendenti e i percorsi di adeguamento tecnico e formativo; sul problema dell’utilizzo, che viene denunciato (ma che va ovviamente accertato nelle sedi competenti), del lavoro interinale rispetto alla possibilità di ampliare le ore lavorative del personale dipendente part-time; sul contenzioso esistente con il personale; sul perché i dipendenti ancora non hanno, come sembra, ricevuto quanto dovuto, per le annualità 2018-2021, per l’adeguamento contrattuale;

– c’è poi il tema dell’incarico del direttore generale, con il contratto in scadenza nel 2025. A riguardo, occorre rivedere il contratto, per quanto riguarda i compensi, rapportandolo alle dimensioni ed al valore dell’Azienda ma vanno anche opportunamente considerate, a tutela dell’immagine delle Istituzioni, le ricadute non certo positive a seguito di una recente condanna della Corte dei Conti che ha coinvolto il direttore dell’Azienda ed alcuni amministratori comunali e membri del CDA dell’Azienda.

Gabriele Subiaco

Consigliere comunale Europa Verde

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