“Nella Regione Lazio l’assistenza primaria e la prevenzione sembrano diventate ormai un miraggio. Non solo assistiamo alla crisi del pronto soccorso, con barelle stipate davanti agli ospedali ma anche dal territorio non arrivano notizie rassicuranti”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che spiega: “Abbiamo sempre sostenuto quanto l’assistenza sanitaria sia un tema centrale per la qualità della vita dei cittadini. Ebbene, è ormai cosa nota che gli abitanti della capitale si vedranno privati, entro la fine del 2022 di circa 250 professionisti ormai prossimi alla pensione. Questo sta a significare che oltre 250.000 romani corrono il rischio di non avere più a disposizione il proprio medico di famiglia, perdendo così un punto di riferimento essenziale della quotidianità. L’aspetto più avvilente – sottolinea Maritato – è che dalla Regione arrivano soltanto proposte irricevibili come, ad esempio, l’idea di aumentare il numero di pazienti in carico a un singolo medico di base di 1.800 persone in luogo delle attuali 1.500 oppure di far slittare la data della pensione di professionisti che ne avrebbero maturato il diritto. Ė evidente che i nostri amministratori, al di là della brillante campagna di vaccinazione di massa, facilitata dall’azione di militari esperti in logistica, non sono in grado di programmare. C’è una totale assenza di progettualità e una mole di investimenti europei con tali premesse, rischiano di prendere la strada sbagliata. Ci chiediamo – insiste Maritato – quale sia il prossimo futuro della sanità romana e del Lazio. Ad esempio, vorremmo sapere dal ministero della Salute, così sollecito a sfornare provvedimenti legati alla pandemia, cosa si stia facendo perché le professioni sanitarie tornino ad essere ambite come un tempo”, chiosa il presidente.
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