”Questo bilancio, al di la’ di qualche minima correzione, e’ lontano anni luce dalle nostre idee e soluzioni per i cittadini del Lazio”. Lo dichiara, in una nota, il capogruppo della Lega alla Regione Lazio Orlando Tripodi che ha votato ieri contro, insieme al resto del gruppo consiliare, alla proposta di legge 24/2018.
”Abbiamo tentato – argomenta Tripodi – di indicare una strada chiara su sanita’, rifiuti, agricoltura, infrastrutture, turismo e sviluppo, ma non c’e’ stato niente da fare: Nicola Zingaretti ha accolto una parte delle proposte del M5S nel rispetto del patto siglato all’indomani del 4 marzo”.
”Non e’ finita qui – sottolinea il capogruppo della Lega alla Pisana – Dovremo discutere diversi punti all’ordine del giorno legati alla pl 24: dal riconoscimento dei fondi eliminati a favore dei ciechi e ipovedenti all’aumento del 25% del carburante agricolo per il riscaldamento delle serre nel periodo invernale ed estivo per le coltivazioni a campo aperto minacciate dalla siccita’. Inoltre – continua – daremo battaglia sull’utilizzo del 15% del canone demaniale per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la difesa delle spiagge, oltre all’aumento dei fondi per l’autismo sul quale poi proporremo di estendere l’assistenza sociosanitaria dopo il 18esimo anno di eta’ attraverso una proposta di legge. Invece sui fondi destinati al sostegno delle piccole e medie imprese non utilizzati dalle societa’ regionali – aggiunge Tripodi – proporremo di riassegnarli per sostenere una progettualita’ concreta.
Le uniche note di merito riguardano il leggero risparmio sui vitalizi, ma c’e’ ben altro da fare, e l’emendamento approvato per finanziare la videosorveglianza nelle periferie. Zingaretti sembra che viva su un altro pianeta, tentando di presentare all’opinione pubblica l’immagine di una Regione virtuosa. Non e’ affatto cosi’, basta dare uno sguardo – prosegue il capogruppo della Lega – alla sanita’ e alle condizioni deplorevoli dei nostri ospedali, pronti soccorso e punti di primo intervento che rischiano la chiusura. Per non parlare delle liste di attesa e delle Case della salute – conclude – che sono delle scatole vuote prive di servizi”.
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