Si è svolto un partecipato presidio davanti all’aereoporto militare di Pratica di Mare per denunciare il clima di guerra e lanciare la proposta di Unione Popolare per le elezioni regionali del Lazio: convertire le spese militari in spese sociali, per la sanità, i trasporti, il diritto all’abitare, il rddito e l’occupazione dignitosa.
Il presidio ha visto la partecipazione di un centinaio di attivisti e sostenitori di Unione Popolare, vedendo la presa di parola delle candidate Beatrice Gamberini, Elisabetta Cantano, con le conclusioni della candidata presidente Rosa Rinaldi.
L’appuntamento era stato convocato nei giorni scorsi e rilanciato anche con un’azione comunicativa davanti alla sede della Leonardo Spa a Roma, ricevendo le inopportune attenzione delle Forze delle Forze dell’ Ordine che abbiamo denunciato negli scorsi giorni.
Siamo stati tra i cittadini con le seguenti parole d’ordine:
Il governo italiano, prima con Draghi e poi con Meloni, si è intestato una corsa al riarmo e continua l’invio di armi in Ucraina e nei territori di guerra, contribuendo a provocare sotto i dettami della NATO un’escalation bellica sul piano internazionale. Tutti i maggiori partiti in Parlamento hanno avvallato queste decisioni, dal PD alla Fratelli d’Italia e al Movimento Cinque Stelle.
Il rischio concreto è quello di una guerra sempre più estesa a danno dei popoli, le cui conseguenze avvengono anche alle nostre latitudini con inflazione e incremento dei prezzi dei beni di prima necessità e del settore energetico a danno dei settori popolari e delle fasce sociali più deboli.
Come Unione Popolare siamo sempre schierati contro la guerra, l’invio di armi, l’economia di guerra e per l’uscita dalla NATO.
Sappiamo che la nostra regione ospita un gran numero di infrastrutture strategiche, di poli logistici militari, di aziende del settore bellico. Crediamo che la politica, anche quella locale, abbia il dovere di contrastare questa deriva. Pretendiamo per questo che il Lazio diventi “una terra di pace”.
Pretendiamo l’interruzione immediata del transito di mezzi militari o di trasferimenti di armi verso territori di guerra dagli aeroporti della Regione e transitanti sulle nostre strade. Vogliamo la demilitarizzazione del territorio e il no alle basi militari, in special modo a quelle vicino ai quartieri abitati. Pretendiamo la riconversione delle industrie del settore bellico ad uso civile e l’interruzione della collaborazione tra istituti di ricerca e università con le industrie del settore bellico.
Per dare un segnale fermo contro le guerra e per schierarci contro l’ennesimo invio di armi che il governo Meloni sta vagliando in questi giorni, saremo domenica 5 febbraio alle 10 e 30 davanti all’Aeroporto militare di Pratica di Mare.
FUORI DALLA GUERRA! FUORI DALLA NATO!