L’analisi dei dati relativi al settore sanitario mostra per il 2012 “una significativa ulteriore contrazione del deficit d’esercizio che, secondo i dati trasmessi dalla Regione, si attesta a -720,5 milioni di euro, con una riduzione dell’8% circa rispetto al risultato d’esercizio 2011, che era stato accertato in -774,4 milioni di euro“. E’ il dato fornito dalla Corte dei Conti nel corso dell’udienza di parifica del rendiconto regionale attraverso le parole del Consiglieri Rosario Scalia e Maria Teresa D’Urso. Il risultato del Lazio in termini di riduzione percentuale del deficit “si dimostra tra i più rilevanti, tenuto conto del fatto che si è giunti, dopo 5 anni di misure vincolistiche, che si sono dimostrate utili allo scopo, alla fase della necessaria assunzione di responsabilità in termini di un sostanziale riadeguamento del sistema con interventi improcrastinabili di natura strutturale. Mancando tale azione si potrebbe assistere a una ripresa della generazione di situazioni di deficitarietà nel settore“.
Quanto ai costi dell’assistenza sanitaria “gli stessi presentano una sostanziale invarianza. Si riscontra, in particolare, una diminuzione della spesa per la gestione diretta e una tendenziale propensione a una crescita dei costi del personale”, mentre “diminuisce la spesa relativa all’assistenza erogata da enti convenzionati o accreditati“.
Nel complesso, i costi del consuntivo 2012 “non presentano significativi scostamenti rispetto alle previsioni. Permane l’esigenza di un costante controllo di particolari settori della spesa“. Per i magistrati contabili Scalia e D’Urso “è indispensabile rilevare come, nell’intento di evitare deficit di tutela per il cittadino-utente del Ssr permanga l’esigenza di bilanciare l’obiettivo della deospedalizzazione con il contemporaneo sviluppo e implementazione delle forme alternative di assistenza, adeguatamente distribuite sul territorio e destinate a venire incontro alle esigenze di una popolazione i cui tasso d’invecchiamento di presenta tra i più alti del Paese“.