Lazio:da Regione 150 mln Ue per portare imprese nel futuro

Dalla Regione Lazio arrivano 150
milioni di euro di fondi europei per portare nella cosiddetta
‘industria 4.0′ le imprese del territorio, dalle quali ci si
aspettano investimenti complessivi per circa 500 milioni di
euro. Il governatore Nicola Zingaretti e l’assessore allo
Sviluppo Economico Guido Fabiani hanno infatti presentato oggi
nell’Aula Magna di Architettura dell’universita’ Roma Tre, a
Testaccio, gli 8 bandi per la reindustrializzazione del
territorio laziale in uscita tra il 2016 e il 2017. Durante
l’evento – a cui hanno partecipato anche il dirigente del Mise
Stefano Firpo e il presidente della competente commissione della
Pisana Daniele Fichera – sono stati poi illustrati i dettagli
dei primi due avvisi, del valore complessivo di circa 35 milioni
di euro, gia’ pubblicati e dedicati ai settori dell’automotive e
delle scienze della vita. Il primo bando vede un finanziamento
iniziale di 16,5 milioni con fondi Por Fesr 2014-20 destinato
alle Pmi, le grandi imprese e gli organismi di ricerca per
realizzare un sistema di mobilita’ integrato, efficiente,
ecosostenibile e sicuro. Il secondo invece, finanziato con 18,4
milioni sempre dal Por-Fesr 2014-20, e’ teso a sviluppare
innovazione in ambito farmaceutico e biomedicale, modelli
innovativi di assistenza sanitaria e E-Health, prodotti di
benessere per la cura ‘naturale’ e per prodotti agroalimentari.
Gli altri sei bandi riguardano Ict e tecnologie abilitanti (per
16,8 milioni di investimento), turismo e beni culturali (10,6
milioni), aerospazio e sicurezza (7,9 milioni), industrie
creative (9,2 milioni), edilizia sostenibile, domotica e
soluzioni smart per la casa (8,6 milioni) e circular economy e
energia (13,9 milioni). Per sostenere gli 8 bandi la Regione
stanzia 154,5 milioni di euro, di cui 143 sulla programmazione
Por Fesr 2014-2020 e 11,5 dal bilancio regionale. Il programma
prevede la pubblicazione dei bandi tra l’estate del 2016 e i
primi mesi del 2017; 102 milioni saranno impegnati subito,
mentre i restanti 53 saranno distribuiti in una seconda fase, su
quegli ambiti per i quali il tessuto produttivo avra’ dimostrato
maggiore propensione a investire e piu’ innovativa capacita’
progettuale.