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Le due principali cause della carenza idrica globale

scritto da Redazione
Le due principali cause della carenza idrica globale

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua. World Water Day | World Water Day 2023  Istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e prevista all’interno delle direttive dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio, ha lo scopo di analizzare lo stato delle riserve di acqua dolce del pianeta e la loro gestione da parte dell’uomo. La situazione delle riserve idriche del pianeta situazione che è tutt’altro che rosea: 4 miliardi di persone, oltre metà della popolazione mondiale, ha problemi di accesso alle riserve d’acqua dolce almeno un mese all’anno. Secondo in dati del Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche l’intero pianeta potrebbe dover affrontare un carenza idrica globale del 40% entro il 2030.

Due le cause principali: il riscaldamento globale e l’aumento dei consumi. Non è solo la popolazione mondiale ad essere aumentata. Anche i consumi medi pro capite sono cresciuti: secondo le stime delle Nazioni Unite l’uso di questa risorsa primaria sarebbe salito di 6 volte negli ultimi 100 anni. E continua a crescere a un ritmo impressionante. Particolare attenzione merita la quantità di acqua utilizzata per uso agricolo o per gli allevamenti: rappresenta oltre i due terzi (69%) di tutti i prelievi di acqua dolce.

In tutto il pianeta sono sempre più frequenti gli eventi estremi legati all’acqua. Vaste aree di territorio devono far fronte a periodi prolungati di siccità: da sola rappresenta il 5% dei disastri naturali e colpisce 1,1 miliardi di persone – uccidendone decine di migliaia – e causando danni per decine di miliardi di dollari. Dall’altro lato della medaglia ci sono le inondazioni: sono sempre più frequenti. l’ultima nel sud-est della Turchia, proprio nella zona colpita dal terremoto di febbraio scorso: le piogge torrenziali hanno causato la morte di almeno 10 persone che vivevano in tende e nei container allestiti dopo il sisma devastante. Centinaia sono stati spazzate via dalla marea di terra e acqua che ha trasformato le strade in fiumi fangosi. Il governatore di Sanliurfa ha dichiarato che l’inondazione ha raggiunto anche il piano terra di uno dei principali ospedali della regione.

A livello mondiale, nell’ultimo decennio, inondazioni e “piogge estreme” sono aumentate di oltre il 50% e ora si stanno verificando a una velocità quattro volte superiore rispetto al 1980.

Anche in Italia, l’acqua dolce è passata ad “risorsa” a “problema”. Secondo l’ultimo rapporto presentato dall’Associazione Nazionale dei Consorzi di bacino (Anbi), basato su dati del CNR, una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive in territori esposti ad una siccità severa o estrema. “Per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata” hanno detto i ricercatori. Uno scenario preoccupante confermato dal presidente del Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale, Luca Ferraris.

É per questo motivo che, recentemente, il ministro Musumeci ha chiesto alla premier Meloni di creare una task force per cercare di far fronte all’emergenza siccità, perché la scarsità di piogge è ormai un fenomeno strutturale e bisogna predisporre un piano di interventi “immediati, di medio termine e di lungo periodo”.

Una presa d’atto dello stato delle cose che, però, non tiene conto della cattiva gestione di questa preziosa risorsa. In Italia come in molti altri paesi, uno dei maggiori problemi legati all’acqua sono gli sprechi. Sia a livello indiretto (si pensi alla quantità di cibo che finisce nella spazzatura, dimenticando che il settore agricolo è il settore che consuma la maggiore quantità d’acqua dolce) che direttamente: una percentuale enorme di questa risorsa preziosissima va perduta a causa dell’inefficienza delle condotte idriche colabrodo. Non è un caso se, recentemente, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha stanziato, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ben 607 milioni di euro per la realizzazione di 21 progetti volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti. Lo scopo è dotare entro il 31 dicembre 2024 circa 27.500 chilometri di condotte ad uso potabile con strumentazioni e sistemi di controllo innovativi per localizzare le perdite, riducendo gli sprechi e limitando le inefficienze. Pnrr: Mims assegna 607 mln per ridurre le perdite di acqua potabile, a ottobre saranno assegnati ulteriori 293 mln | mit

Per discutere dei problemi legati alla gestione della risorsa “acqua” a livello globale, dal 22 al 24 marzo, in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Acqua, si svolgeranno i lavori della Conferenza sull’Acqua 2023 convocata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I parametri dei risultati della Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua 2023 sono descritti nella risoluzione 75/212 dell’Assemblea generale. Al termine dei lavori, i partecipanti dovranno mettere nero su bianco i propri impegni che saranno raccolti nel Programma d’azione per l’acqua. Un passaggio importante verso il raggiungimento dell’Obiettivo dello Sviluppo Sostenibile 6 (SDG6).

C.Alessandro Mauceri, Segretario Scuola Nazionale Ambiente

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