Le ricadute negative della mancata sottoscrizione dell’accordo sul grano da parte della Russia sono numerose e gravi. Ci saranno ripercussioni economiche e sociali di notevole entità sulle popolazioni dell’Africa e del Medio Oriente che consumano il grano ucraino. Chi si ciba dei prodotti derivati da quest’ultimo soffriranno la carenza e le difficoltà nell’approvvigionamento di cibo, ciò è molto grave.
In Italia invece, avremo un andamento negativo sul versante del costo della materia prima ma non sui rifornimenti in quanto, per la maggior parte, importiamo il grando dal continente americano e, di conseguenza, dal lato della sicurezza alimentare, si può stare abbastanza tranquilli. Sono però molto preoccupato per i paesi del Terzo Mondo che si alimentano essenzialmente con i prodotti derivati dal grano di Kiev.
Alla luce della situazione attuale, auspichiamo che l’Onu e gli altri organismi internazionali preposti, anche attraverso l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi, come ad esempio la rete ferroviaria e nuovi luoghi di immagazzinamento del grano, possano evitare questo problema facendo il modo di garantire i rifornimenti necessari ai paesi che ne hanno bisogno. Non ci vuole solamente la preoccupazione, ma è necessario operare tutti insieme per aiutare le popolazioni del Medio Oriente e dell’Africa.
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