Il Pdl perde pezzi. Una serie di a che partono dai consigli municipali, fino a toccare la maggioranza capitolina e la Regione Lazio. Una vera e propria migrazione che è andata a ingrossare le fila de La Destra, forte della candidatura unitaria di Francesco Storace alla Regione, e della neonata formazione che fa capo a Giorgia Meloni e Guido Crosetto e che, a livello locale, ha come punto di riferimento Fabio Rampelli e cioé Fratelli d’Italia. Un’emorraggia, quella del Pdl, che è cominciata da tempo, per esempio con il passaggio a La Destra dell’ex capogruppo in Campidoglio Dario Rossin che oggi ha dato il benvenuto a un altro esponente del Pdl Fabrizio Santori. Così, con Pierluigi Fioretti, ammontano a tre i consiglieri che hanno cambiato cavallo.
Ma la vera e propria diaspora si è verificata a livello più basso, quello municipale. Hanno lasciato il Popolo della Libertà Alberto Paravia (I), Inches e Cassiano (III), Giorgio Linardi e Giuseppe Sorrenti (IV), Francesco Corsi (VI), Augusto Santori (XV), e così via fino ad arrivare a numeri che superano la trentina se li si somma con chi ha preferito tentare la fortuna con Fdi. In questo caso, antesignani in aula Giulio Cesare sono stati Federico Mollicone e Andrea De Priamo che hanno formato il gruppo consiliare mentre dovrebbe formalizzare a breve il passaggio dal Pdl a Fdi anche l’assessore capitolino ai Lavori Pubblici Fabrizio Ghera. E forse, ma è abbastanza probabile, non saranno gli unici i divorzi già resi pubblici.
Separazioni che acquistano un valore ancor più simbolico se si pensa a un possibile apparentamento tra Fdi e La Destra, oggi ancora non ufficiale ma non escluso proprio da Fabio Rampelli, dopo l’appello pubblico all'”unità del centrodestra” fatto da Storace a Giorgia Meloni: “il mancato accordo con i Radicali, seppur dipeso da ragioni ‘tecniche’, e il riconoscimento di un errore di metodo e di percorso nella designazione della candidatura a presidente – ha detto Rampelli – sono segnali positivi che consentono di impostare con Francesco Storace un dialogo costruttivo“. Un dialogo che invece si è interrotto con i radicali di Marco Pannella. E sull’ipotesi di ‘alleanza’ dei radicali con Storace, poi fallita, oggi Emma Bonino ha rotto il silenzio: “Non mi pare uno scandalo, solo un errore politico. Erano ampiamente prevedibili gli insulti, i ‘venduti’, e io che sono ‘conformista’, o ‘radical chic’: tutte cose che si potevano ampiamente prevedere, ed evitare“.