martedì 26 Novembre 2024,

Politica

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Le ultimissime sul referendum del 4 dicembre

scritto da Redazione
Le ultimissime sul referendum del 4 dicembre

REFERENDUM, SIMEONE (FI): “UN NO DI SPERANZA PER UN’ITALIA LIBERA E DEMOCRATICA”

“Domenica 4 dicembre siamo chiamati a votare al referendum e a scegliere se approvare o respingere la riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi. In questi mesi come Forza Italia, abbiamo affrontato dibattiti. Ci siamo interrogati sul futuro e sulle conseguenze che l’eventuale approvazione della riforma comporterebbe per i nostri cittadini. E, con fermezza e consapevolezza, la nostra posizione per il “no” è diventata ancora più forte. Abbiamo incontrato i cittadini, abbiamo parlato con loro, abbiamo cercato di spiegare le nostre ragioni senza mai denigrare quelle degli altri. Siamo partiti dal presupposto che i cittadini non abbiamo bisogno di essere, come si direbbe in gergo, imboccati ma abbiano bisogno di formulare in modo autonomo la propria opinione. A due giorni dal voto credo che questo compito sia stato svolto ed oggi continuiamo a dire no ad un riforma che nasce monca. Approvata da un parlamento illegittimo. Non condivisa da tutte le forze politiche espressione del nostro Paese. L’unico dato certo è che questa riforma costituzionale, complessa e contorta, non entra nel merito dei problemi che attanagliano la nostra vita e, in nome di una falso rinnovamento, restringe i poteri dell’elettorato, elimina il voto popolare al Senato, riduce drasticamente il ruolo delle autonomie regionali e locali, allontana i servizi dai cittadini, è fortemente accentratrice in barba al principio di sussidiarietà, all’insegna di una velocizzazione autoritaria dei procedimenti legislativi, non taglia gli sprechi. Diciamo e votiamo no perché la Costituzione, come accaduto nel 1948, deve unire un popolo mentre la riforma proposta da Renzi ha spaccato il Paese in due. Il No di Forza Italia non è un no che divide ma che unisce in nome di un cambiamento vero e in vista di una nuova riforma vera che sia in grado, senza artifizi, di cambiare in meglio e di far uscire la nostra Italia dal torpore. Votare No non significa essere sterili conservatori ma significa avere la consapevolezza che una riforma “pasticciata” complica e non semplifica la vita di ciascuno di noi. Il no di Forza Italia, è il no di tutti quei cittadini che credono in un Paese libero e democratico e non si lasciano strumentalizzare da false promesse e ipotetici miracoli. Di tutti quei cittadini che non vedono la Costituzione come intoccabile ma che vogliono mutarne solo gli aspetti non più rispondenti agli inevitabili cambiamenti dei tempi e dei processi senza stravolgerne i principi fondamentali che rendono la nostra Italia un Paese libero e democratico. Mi auguro che oggi più che mai, data l’importanza del quesito a cui siamo chiamati a rispondere gli indecisi e i fautori dell’astensionismo vadano comunque a votare. Perché quello di domenica è un referendum confermativo e questo significa che non serve il quorum perché la riforma sia approvata o respinta. Non andare a votare si tradurrebbe nel delegare ad altri il nostro futuro. Oggi ciascuno di noi ha un solo dovere, votare e in modo consapevole. E per questo dobbiamo riempirlo di contenuti. Perché la partecipazione è la radice della democrazia e della libertà”.

Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

 

 

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VI SPIEGHIAMO PERCHÉ VOTARE NO

Prima di tutto bisogna che tutti sappiano che questa riforma è stata dettata da soggetti non votati da nessuno (come Renzi e Boschi) che comandano, come fossero dei burattini, un Governo eletto con una legge dichiarata incostituzionale dalla Consulta (il Porcellum), tra l’altro un Governo che si regge ancora in piedi grazie alle compra/vendite di deputati e senatori come Verdini (plurinquisito) e politici “salvati” dal carcere quest’estate, come Azzolini dell’NCD (associazione a delinquere), grazie al voto contrario all’arresto da parte di tutto il PD in Senato.
Questa riforma non produce semplificazione, ma moltiplica fino a dieci i procedimenti legislativi e incrementa la confusione tra le 2 camere (che restano comunque 2).

Non diminuisce i costi della politica che di circa un quinto. Ma se il problema sono i costi, perché non dimezzare anche i deputati della Camera ed i stipendi? Il mese scorso, infatti, la legge presentata dal M5S è stata prontamente bocciata da tutti gli altri partiti.

Non è una riforma innovativa perché conserva e rafforza il potere centrale a danno delle autonomie, private di mezzi finanziari ed è scritta in modo da non essere compresa.

Elimina la partecipazione dei  cittadini perché triplica da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare.

Insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata, espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poterie non garantisce l’equilibrio tra i poteri costituzionali, perché mette gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio

Il Senato avrà il compito di occuparsi di pubblica amministrazione e di politiche pubbliche, con l’aggravante che i senatori non sarebbero più scelti dai cittadini ma dalle segreterie dei partiti che, in ogni Regione e nelle principali città, indicherebbero quali consiglieri regionali e quali sindaci sarebbero chiamati a svolgere (come secondo lavoro) anche il compito di senatori. Si crea quindi una camera con competenze confuse, fatta da dopolavoristi indicati dai partiti e a tutti gli effetti coperti dai benefici e dai privilegi degli attuali senatori (a partire dall’immunità, che coprirebbe i nuovi senatori dal punto di vista giudiziario).

Insomma, bisogna non credere alle chiacchiere dei Renziani in TV ma informarsi meglio leggendo il testo della nuova riforma (per quel poco che si possa capire), o, semmai, ascoltare il parere degli autorevoli costituzionalisti che hanno espresso pubblicamente il loro parere per il NO sui quotidiani liberi dalla politica di regime (consigliamo La Verità e il Fatto Quotidiano, che non ricevono finanziamenti pubblici).

Movimento 5 Stelle.

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Referendum: Delrio,elettori Fi-M5S-Lega dovrebbero votare Si’

“La campagna referendaria e’ stata una
occasione importante per discutere di Costituzione, almeno per
chi lo ha fatto. Per altri, invece, e’ stata un’occasione per
continuare nel chiacchiericcio della politica, cercando di
confondere le idee degli elettori, dicendogli di votare con la
pancia e non con la testa. Per alcuni e’ stata un’occasione
persa”. Lo dice Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti, intervenendo questa mattina ai microfoni di Radio
Cusano Campus, l’emittente dell’Universita’ degli Studi Niccolo’
Cusano.
Secondo Delrio dovrebbero votare si’ anche gli elettori di
Movimento Cinque Stelle, Lega e Forza Italia: “Questa e’ una
riforma che fa nascere il Senato delle autonomie, finalmente
avremmo una rappresentanza delle comunita’ locali. Un leghista
dovrebbe votarla solo per questo. Poi la riforma riduce i costi
della politica, toglie gli stipendi ai senatori, quindi uno che
ha fatto della battaglia ai costi della politica un mantra, come
un cinque stelle, dovrebbe apprezzarla. Per quanto riguarda
Forza Italia, i parlamentari questa riforma l’hanno votata, e ne
erano assolutamente convinti, fino a quando non abbiamo eletto
il Presidente della Repubblica”.

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REFERENDUM. BERLUSCONI: PRODI NON SPOSTA VOTI MA LI PORTA VIA AL SÌ

“Prodi non sposta voti, anzi ne porta via
al fronte del Si'”. Lo dice Silvio Berlusconi in un’intervista ad
Agora’, su RaiTre.
“Prodi mette in risalto tutti i grandi difetti di questa
legge- aggiunge Berlusconi- uno della casta, e’ strano che possa
votare un referendum che Renzi dice essere contro la casta. Il
suo piu’ che un si’ e’ un no, e tutti hanno convenuto su questo
fatto”, conclude Berlusconi.

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